
La maggiore difficoltà nello studio del Sindarin non risiede nella sua grammatica, bensì nella sua fonologia. Come abbiamo accennato nel corso dei precedenti appuntamenti, la principale differenza con la struttura fondamentalmente agglutinante del Quenya risiede nel fatto che il Sindarin spesso esprime funzioni grammaticali o logiche attraverso l’uso pervasivo di mutazioni.
Sebbene sia impossibile compendiare facilmente uno dei fenomeni più pervasivi del Sindarin, vorrei tentare qui una schematizzazione estremamente semplificata, con degli esempi.
Vocali
Non si tratta propriamente di mutazione (fenomeno che occorre soprattutto nella consonante iniziale), quanto di una forma di assimilazione regressiva a distanza (ingl. i-affection, letteralmente “mutazione-i” o “influenza della i” – è un fenomeno osservato per esempio in Gallese, e assimilabile all’Umlaut germanico), che interviene in maniera preponderante nella formazione del plurale di sostantivi e aggettivi e nella coniugazione dei verbi al tempo passato, provocando a seconda dei casi una anteriorizzazione (ingl. i-fronting) o un innalzamento o chiusura (ingl. i-raising) della vocale.
Una vocale i, per esempio derivante (almeno nel caso dei sostantivi) da un antico suffisso plurale –ī (ormai in disuso nel Sindarin), a prescindere che si sia preservata o meno nella grafia moderna della parola in questione, tende ad assimilare le altre vocali al suo interno, facendole diventare più simili a se stessa (ovvero una vocale anteriore chiusa).
Si distinguono tre tipi:
(a) assimilazione interna: agisce sulle sillabe non finali quando precedono una sillaba che contiene (o conteneva originariamente) una i.
Si tratta di un’anteriorizzazione della vocale. Alcuni esempi:
a > e (es: adan “uomo” > pl. edain “uomini”);
o > e (es: onod > pl. enyd “Ent”);
u > y (es: tulus [Noldorin] “pioppo” > pl. tylys “pioppi”).
(b) assimilazione finale: agisce sulla sillaba finale (o nei monosillabi), originariamente seguita dal plurale arcaico in -ī, e da questo assimilata.
Si tratta di una forma di innalzamento della vocale, che da aperta diventa più chiusa. Alcuni esempi:
a > e (es: narn “racconto” > pl. nern “racconti”);
e > i (es: edhel “Elfo” > pl. edhil “Elfi”);
o > y (es: orch “Orco” > pl. yrch “Orchi”; amon “colle” > pl. emyn “colli”);
u > y (es: tulus [Noldorin] “pioppo” > pl. tylys “pioppi”).
(c) intrusione finale: agisce sulla sillaba finale dei plurali che terminano con una vocale singola (a differenza di narn, orch, che terminano con cluster di consonanti, o tulus(s), cam(m), che terminano con consonanti singole derivanti da cluster).
Le vocali finali diventano dei dittonghi con la i. Alcuni esempi:
a > ai (es. adan “uomo” > pl. edain “uomini”);
â > ai (es. bâr “casa” > pl. bair “case”);
ô > ui (es. thôn “pino” > pl. thuin “pini”);
û > ui (es. dûr > pl. duir “oscurità”);
au > oe (es. naug “Nano” > pl. noeg “Nani”).
Esiste anche un ulteriore tipo di mutazione della vocale che si riscontra nella formazione del tempo passato di molti verbi basilari. È una mutazione al tempo stesso qualitativa (ovvero la vocale cambia in un’altra) e quantitativa (la vocale si allunga, per poi ridiventare breve in alcuni casi al tempo passato, o restare lunga al participio attivo perfettivo).
Alcuni esempi:
a > ó (es: car- “fare” > agor “feci”);
e > í (es: dew- “fallire” > edíw “fallii”);
o > ú (es: nor- “correre” > onur “corsi”).
Tolkien spesso non segnalava in maniera univoca la quantità delle vocali, perciò la netta distinzione tra la vocale breve del past tense (car- > agŏr) e la vocale lunga del past active participle (car- > córiel) non è certa, e si basa su un certo grado di speculazione.
Nota finale: alcuni dei fenomeni qui discussi sono stati raggruppati dalla community sotto il termine Noldorin prestanneth, che significa letteralmente “affection delle vocali” (Etymologies, s.v. peres “influenzare, disturbare, alterare”). Ecco di seguito due schemi con alcuni esempi di varia estrazione:
In questi altri due post (1) (2) trattiamo altri fenomeni di mutazione del Sindarin, e precipuamente quelli della consonante iniziale, ancora più diffusi e caratteristici di quelli legati alla formazione del plurale. Sebbene l’argomento sia complesso e di non facile esposizione, tento di dare un inventario il più schematico possibile delle diverse varianti.

Bibliografia essenziale:
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The Etymologies (1937-38) tratto da The Lost Road and other writings (1987) ed. Christopher Tolkien.
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Parma Eldalamberon #17:
– Sulla formazione del plurale in Sindarin: vd. pag. 25 s.v. elenath, pag. 61 s.v. emyn, pag. 62 s.v. súri, pag. 83 s.v. Onodrim, pag. 111 s.v. erain, pag. 127 s.v. Sindarin.
– Sulla i-affection vd. pag. 23 s.v. silevren.
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The Road Goes Ever On, Notes and Translation. (1967) by J. R. R. Tolkien.
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Le Lingue degli Elfi della Terra di Mezzo, Vol. II: l’arte della parola nelle opere di Tolkien (2018) di Gianluca Comastri.
Sitografia:
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Eldamo.org/Vowel Mutation https://eldamo.org/content/words/word-2933767401.html
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Ardalambion/Sindarin https://ardalambion.net/sindarin.htm#Heading11
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Sul diagramma vocalico e l’International Phonetic Alphabet:
https://en.wikipedia.org/wiki/Vowel_diagram
https://en.wikipedia.org/wiki/International_Phonetic_Alphabet_chart
-Rúmil