A notte fonda si destò. Gli altri Hobbit dormivano. Degli Elfi, nessun segno. La falce di luna ardeva pallida tra le foglie. Il vento si era calmato. Ad una piccola distanza udì un roco riso, ed il rumore di parecchi passi sul terreno sotto di lui. Vi fu un suono metallico. Poi il brusio andò scemando, e parve dirigersi a sud, verso il profondo del bosco.
Una testa comparve improvvisamente nel foro del flet. Frodo saltò a sedere allarmato, e riconobbe il cappuccio grigio di un Elfo. Il suo sguardo era posato sugli Hobbit.
«Cos’è?», disse Frodo.
«Yrch!», disse l’Elfo con un sussurro sibilante, e posò sul flet la scala di fune arrotolata.
«Orchi!», disse Frodo. «Cosa stanno facendo?». Ma l’Elfo era scomparso.
Non si udirono altri rumori. Persino le foglie erano silenziose, e le cascate stesse parevano chetate. Frodo, seduto, rabbrividiva sotto le coperte. Ringraziava il cielo che non erano stati sorpresi in terra ai piedi degli alberi; tuttavia sentiva che le fronde offrivano ben poca protezione oltre il nascondiglio. Si diceva che gli Orchi avessero il fiuto più fine di un cane da caccia, e sapevano anche arrampicarsi. Frodo sguainò Pungolo: la lama mandò scintille e faville come fiamme azzurre, poi lentamente si offuscò e fu di nuovo opaca. Malgrado l’oscurarsi della sua spada, la sensazione di un pericolo imminente non abbandonò Frodo; diventò anzi più forte. Si alzò e, strisciando sino all’apertura, scrutò le ombre sotto di sé. Era quasi certo di udire movimenti furtivi ai piedi dell’albero.
{J. R. R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Lothlórien, Orc from LOTR by Gary Amaro}
-Ancalagon