Le Bianche Torri
Emyn Beraid, c.a. 3.300 S.E. – Esistenti nella Quarta Era
Alte sui colli a Est della contea, svettanti nella loro candida magnificenza e sfondo di molti eventi accaduti sotto o intorno ad esse nel corso della Terza Era della Terra di Mezzo, le Bianche Torri – delle quali Elostirion, la più occidentale, è anche la più celebrata nei canti – sono il suggello dell’amicizia tra i Noldor rimasti a Est del Grande Mare e i discendenti dei Fidi Nùmenoreani, sfuggiti all’Akallabêth e giunti alla Terra di Mezzo sotto la guida di Elendil.
Si racconta infatti che, dopo la fondazione del Regno di Arnor da parte di quest’ultimo, Gil-Galad le abbia fatte edificare come dono per gli Uomini, a segnalare l’eterno legame tra i figli degli Edain e gli Elfi di Tol Eressëa, che con i loro padri avevano condiviso le glorie e le sofferenze delle guerre contro Morgoth Bauglir.
Erano esse tre torri di abbagliante marmo bianco, tonde e leggere alla maniera degli Elfi, e divennero un simbolo talmente riconosciuto da dare il nome alle alture sulle quali svettavano, che da allora furono note come Emyn Beraid, “Colli Torrioni” com’erano detti da Uomini ed Hobbit. Posti circa 50 miglia a est dei Bianchi Poggi, che segnavano il confine occidentale della Contea, dopo la donazione di Re Elessar all’inizio della Quarta Era entrarono a far parte del territorio degli Hobbit. Ma ne restarono sempre un margine raramente raggiunto, perché oltre ad esso gli Hobbit, che temevano il mare come luogo di avventura e pericolo, non osavano andare se non in circostanze estreme.
Proprio durante la Quarta Era il Conte Peregrino Tuc nominò Fastred di Verdolmo, marito di Elanor la Bella e genero di Samvise Gamgee, Guardiano della Marca Occidentale. Egli si trasferì con la famiglia in un nuovo villaggio hobbit sorto presso i colli e che per questo la sua famiglia fu da allora chiamata Sottotorri.
Elostirion, come ricordato, era la più alta e la più occidentale delle torri, ed è celebre anche perché questa Torre fu scelta come residenza del settimo Palantìr, l’unico non associato ad un altro ma collegato invece alla Pietra Padrona che era rimasta a Eressëa al di là del mare. E si diceva che chi avesse una mente abbastanza forte, e il diritto di usare la Pietra qui conservata, fosse in grado di raggiungere con i suoi pensieri l’Isola degli Elfi oltre Belegaer, le Isole del Crepuscolo e le Isole Incantate, concedendo anche ai Mortali di cogliere un lontano aspetto della beatitudine di Valinor.