Giunto a casa il pievano tirò giù molti libri dotti dai suoi scaffali, e rimase a tavolino sino a notte inoltrata. Il mattino seguente si venne a scoprire che il drago s’era fatto ancor più vicino. Tutta la gente di Ham sprangò gli usci e chiuse le imposte; e quelli che possedevano cantine vi scesero e stettero lì a rabbrividire al lume di candela.
Ma il pievano usci quatto quatto e si portò d’uscio in uscio, e andò dicendo, a tutti quelli che gli prestavano ascolto attraverso una fessura o la toppa, quanto aveva scoperto nel suo studio.
— Il nostro buon Aegidius, — diceva, — per grazia di Sua Maestà è ora proprietario di Caudimordax, la famosa spada che nelle favole popolari è più volgarmente chiamata Mordicoda.
Chi udì questo nome quasi sempre aprì l’uscio. Tutti conoscevano la fama di Mordicoda, perché quella spada era appartenuta a Bellomarius, il più grande di tutti gli squartatori di draghi del regno. Alcune tradizioni lo facevano il bisnonno materno del Re. I canti e le storie delle sue gesta erano stati molti e, se dimenticati a Corte, erano tuttora ricordati nei villaggi.
— La spada, — disse il pievano, — non rimarrà nella sua guaina, qualora un drago venga a trovarsi in un raggio di cinque miglia; e se è nelle mani di un uomo coraggioso, certo nessun drago può resisterle.
{J. R. R. Tolkien, Il Cacciatore di Draghi, Caudimordax (or in the vulgar, Tailbiter!) by Christopher Bell}
-Ancalagon