Si udì Gimli trattenere il respiro

In quel momento il vecchio affrettò il passo e giunse con rapidità sorprendente ai piedi della parete rocciosa. Poi levò improvvisamente lo sguardo, mentre in piedi, immobili, essi lo guardavano dall’alto. Non si udiva un rumore. Il viso del vecchio non si vedeva, poiché portava un cappuccio, e su questo un cappello dalle larghe falde che metteva in ombra tutti i lineamenti, eccetto la punta del naso e una barba grigia. Ciò nonostante, ad Aragorn parve di scorgere il bagliore di due occhi acuminati e brillanti nell’ombra della fronte incappucciata. Il vecchio interruppe infine il silenzio. «Benincontrati, amici», disse a bassa voce. «Desidero parlarvi. Scendete giù o salgo io?». Senza aspettare la risposta cominciò ad arrampicarsi. «Ora!», gridò Gimli. «Fermalo, Legolas!». «Non vi ho forse detto che desidero parlarvi?», disse il vecchio. «Mettete via quell’arco, Messer Elfo!». L’arco e la freccia caddero dalle mani di Legolas, che rimase in piedi con le braccia penzoloni lungo i fianchi. «E voi, Messer Nano, vi prego, togliete la mano dall’impugnatura della vostra ascia finché sono con voi! L’ascia non serve alla nostra conversazione». Gimli trasalì e rimase immobile come un sasso, con lo sguardo fisso, mentre il vecchio saltava su per gli impervi scalini agile come una capra. Ogni traccia di stanchezza pareva lo avesse abbandonato. Quando posò il piede sul ripiano, vi fu come un debole raggio, un rapido bagliore di bianco, troppo breve per esserne certi, come se qualche indumento nascosto dagli stracci grigi si fosse per un attimo svelato. Si udì Gimli trattenere il respiro, e nel silenzio sembrò un sibilo.

 

{J.R.R. Tolkien, l Signore Degli Anelli, Il Cavaliere Bianco, collage realizzato con immagini da Movie Screencaps}

-Lúthien Tinúviel

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