prendi il nome a te predestinato

 «Tuttavia ho qui qualcosa che forse porterà conforto al tuo cuore», disse Galadriel; «mi fu consegnata affinché te la dessi, qualora tu fossi passato dalle nostre terre». Tolse dal grembo una grande pietra verde e limpida, incastonata in una spilla d’argento a forma d’aquila con le ali distese; la tenne alla luce, e la gemma sfavillava come il sole tra le foglie della primavera.
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Orcrist e Glamdring

 Così si arrivò a Ferragosto, ed essi dovevano rimettersi in cammino proprio la mattina di Ferragosto, al sorger del sole.
 Elrond sapeva tutto su qualsiasi tipo di runa. Quel giorno guardò le spade che essi avevano portato via dal covo degli Uomini Neri e disse: «Questa non è fattura di Uomini Neri.
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In quella valle il male non era mai penetrato

 Il padrone di casa era un amico degli Elfi, una di quelle persone i cui padri compaiono nelle strane storie anteriori all’inizio della Storia, nelle guerre tra gli Orchi malefici, gli Elfi e i primi Uomini del Nord. Nei giorni in cui si svolge la nostra storia c’erano ancora delle persone che avevano per antenati sia gli Elfi sia gli Eroi del Nord, e Elrond, il padrone di casa, era il loro capo*.
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È giunta ormai l’ora di bere la coppa d’addio

 Galadriel si alzò in piedi, e prendendo una coppa tesale da una delle due damigelle, la riempì di bianco idromele e la diede a Celeborn.
 «È giunta ormai l’ora di bere la coppa d’addio», disse. «Bevi, Signore dei Galadhrim! E che il tuo cuore non sia triste, anche se la notte deve seguire il meriggio, anche se il nostro crepuscolo è già vicino».
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non disprezzare i racconti tramandati

 «Boromir, e chiunque lo accompagni alla ricerca di Minas Tirith, farà bene a lasciare il Grande Fiume prima di Rauros, e ad attraversare l’Entalluvio quando ancora non si è inoltrato nelle paludi. Essi non dovranno tuttavia risalirne troppo il corso, onde evitare di perdersi nella Foresta di Fangorn.
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Benvenuti nella valle!

«Bene, bene!» disse una voce. «Guarda un po’! Bilbo lo Hobbit a cavallo di un pony, nientemeno! Che spettacolo!».
«Davvero sorprendente, meraviglioso!».
 Poi si imbarcarono in un’altra canzone ridicola quanto quella che ho riportata per intero. Alla fine uno, un giovane alto, venne fuori dagli alberi e si inchinò di fronte a Gandalf e a Thorin.
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Sento odore di Elfi!

«Mmmm! Sento odore di Elfi!» pensò Bilbo, e guardò le stelle sopra di lui. Brillavano vivide e azzurre. Proprio allora esplose tra gli alberi una canzone simile a una risata.
Cosa fate, dove andate?
Questi pony, via, ferrate!
Scende il fiume con cascate!
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Racconti di Tolkien