Sei certo di non soffrire inutilmente?

 Boromir rimase un attimo silenzioso. Rauros ruggiva ininterrottamente. Il vento mormorava fra i rami degli alberi. Frodo rabbrividì.
 Improvvisamente Boromir andò a sedersi accanto a lui.
 «Sei certo di non soffrire inutilmente?», disse. «Desidero aiutarti. Hai bisogno di consigli nella tua ardua scelta.
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Ma tutti loro furono ingannati

 «Tutto ebbe inizio con la forgiatura dei grandi Anelli. Tre furono dati agli elfi, gli esseri immortali più saggi e leali di tutti. Sette ai re dei nani, grandi minatori e costruttori di città nelle montagne. E nove, nove Anelli furono dati alla razza degli uomini che più di qualunque cosa desiderano il potere.
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So quel che dovrei fare

 «Ero in apprensione per te, Frodo», disse avvicinandosi. «Se, come dice Aragorn, gli Orchi sono nelle vicinanze, nessuno di noi dovrebbe girovagare da solo, e tu meno di tutti: pensa a tutte le cose che dipendono da te! Anche il mio cuore è pesante.
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Che cosa hai perso?

 Per quanto ne sapesse Bilbo, non c’era nessun motivo particolare per cui non dovesse dirglielo. La mente di Gollum era arrivata alla conclusione giusta più velocemente della sua; per forza, perché Gollum aveva rimuginato su quella sola cosa per un’eternità, e aveva sempre paura che gliela rubassero.
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La mia opera è terminata

 «Addio, miei coraggiosi Hobbit. La mia opera è terminata; qui, infine, sulle rive del mare, si scioglie la nostra Compagnia. Non vi dirò “Non piangete”… perché non tutte le lacrime sono un male»
[Il Ritorno del Re]
-Lúthien Tinúviel
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Mica risposto!

 «Be’ anch’io mi sono perso!» gridò Bilbo. «E voglio ritrovare la strada. Il gioco l’ho vinto io, e tu avevi promesso. Perciò muoviti! Muoviti e portami fuori di qui, e poi continua pure le tue ricerche!». Per quanto Gollum sembrasse così disperato, in cuor suo Bilbo non poteva provare molta pietà, e aveva la sensazione che qualunque cosa fosse quella che Gollum voleva con tanta disperazione, difficilmente poteva essere qualcosa di buono.
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come se due occhi ostili lo stessero fissando

 Frodo si sedette sulla pietra piatta, e posò il mento sulle mani, guardando fisso ad oriente, ma vedendo ben poco con gli occhi. Tutto ciò che era accaduto dopo la partenza di Bilbo dalla Contea gli tornava ora alla mente, ed egli ricordava e soppesava ogni parola di Gandalf che riuscisse a rammentare.
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ma non è questo il giorno!

 «Figli di Gondor! Di Rohan! Fratelli miei! Vedo nei vostri occhi la stessa paura che potrebbe afferrare il mio cuore! Ci sarà un giorno, in cui il coraggio degli uomini cederà, in cui abbandoneremo gli amici e spezzeremo ogni legame di fratellanza, ma non è questo il giorno!
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Non sono affari suoi, no, gollum!

 «Nessun rischio, proprio così» sussurrò tra sé e sé. «Non ci vedrà, non è vero, tesoro mio? No. Non ci vedrà, e la sua odiosa piccola spada sarà inutile, sì, proprio».
 Queste erano le idee che passavano per la sua testolina malvagia, quando improvvisamente scivolò via dal fianco di Bilbo, e risalì sulla barca e se ne andò al buio.
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La voce di Rauros giungeva alle sue orecchie

 Girovagando senza meta nel bosco, Frodo si accorse ad un tratto che i piedi lo conducevano verso le pendici del colle. Incontrò un sentiero, le rovine cadenti di un’antica via. Nei punti più impervi erano state intagliate scale nella roccia, ma ormai erano logore e crepate, e spaccate dalle radici degli alberi.
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