«Credo che le tue parole siano più sagge delle nostre, Sam», disse Aragorn. «E che faremo, se le cose andranno come dici tu?».
 «Impedirgli di partire! Non lasciarlo andar via!», gridò Pipino.
 «Chissà?», disse Aragorn. «Egli è il Portatore, e il destino del Fardello pesa sulle sue spalle.
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SÔVAL PHÂRË – (La“Lingua Comune”) ~ Rubrica sulla Traduzione in Tolkien - EPISODIO 10: “Approximate equivalents” (parte 4)

Cari amici, ben ritrovati al consueto appuntamento con Sôval Phârë, la rubrica dedicata alla traduzione nell’opera letteraria tolkieniana.

Nello scorso appuntamento abbiamo menzionato, in mezzo agli altri argomenti, l’antipatia di Tolkien per il mondo “leggiadro e minuscolo” delle “fate” e degli “elfi” così come queste creature del folklore erano state interpretate dalla cultura inglese a partire dal XVI secolo.

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LINGUE TOLKIENIANE / Stagione 2, Ep. 3 - Naffarin

Cari amici, ben ritrovati alla rubrica sulle Lingue Tolkieniane.

Negli scorsi episodi abbiamo introdotto le riflessioni che Tolkien compie nel saggio-conferenza A Secret Vice sulle “lingue artificiali / artistiche”, traendo spunto dalle prime forme (a suo dire ancora grezze) di lingue fittizie che gli era capitato di incontrare (o di coniare egli stesso) negli anni della sua giovinezza.

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Elrond

Elrond Mezzelfo, Signore di Imladris

Bocche del Sirion, 532 P.E. – Vivente in Valinor

 

“Ma la mia memoria risale persino ai Giorni Antichi. Eärendil era mio padre, nato a Gondolin prima della sua caduta; e mia madre era Elwing, figlia di Dior, figlio di Lúthien di Doriath.

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DA A SECRET VICE (1931) – [2]

L’istinto all’«invenzione linguistica», l’adeguare concetto a simbolo fonetico, e soprattutto il piacere insito nel contemplare il nuovo rapporto che si viene a creare sono del tutto razionali, non perversioni. Nei linguaggi inventati come questo [il Nevbosh], il piacere è più spiccato di quanto possa mai esserci addirittura nell’imparare una lingua nuova, per quanto forte sia per alcuni, e questo perché più spontaneo e personale, più aperto alla possibilità del miglioramento per tentativi.

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SÔVAL PHÂRË – (La“Lingua Comune”) ~ Rubrica sulla Traduzione in Tolkien - EPISODIO 9: “Approximate equivalents” (parte 3)

Cari amici, ben ritrovati al consueto appuntamento con Sôval Phârë, la rubrica dedicata alla traduzione nell’opera letteraria tolkieniana.

Continuiamo con l’analisi di alcuni passi dalle Lettere, nello specifico leggeremo:

  1. nuovamente una lettera a Hugh Brogan, sempre del periodo appena precedente alla pubblicazione del SdA;

  2. un breve stralcio da una lettera del medesimo periodo, in cui si parla diffusamente della missione di Gandalf e si cita incidentalmente la traduzione di Istari.

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Shelob, di Loic Canavaggia

Brani dalle Lettere - Shelob

 

Shelob è una traduzione dell’elfico Ungol ed è presentata come discendente dei ragni giganti delle vali di Nandugorthin che appaiono nelle leggende della Prima Era, specialmente nella principale di esse, il Racconto di Beren e Lúthien.

A questa si fa continuamente riferimento, dato che come fa rilevare Sam questa storia è in un certo senso una continuazione di quella.

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SÔVAL PHÂRË – (La“Lingua Comune”) ~ Rubrica sulla Traduzione in Tolkien - EPISODIO 8: “Approximate equivalents” (parte 2)

Cari amici, ben ritrovati al consueto appuntamento con Sôval Phârë, la rubrica dedicata alla traduzione nell’opera letteraria tolkieniana.

Proseguiamo la nostra disamina del concetto di traduzione per Tolkien attraverso due ulteriori estratti dalle Lettere.

I due brani scelti risalgono al periodo della stesura del Signore degli Anelli.

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Naltalma

? Prima Era – utilizzato nella Quarta Era

 

Tra gli oggetti di grande ingegno che gli Eldar inventarono durante il tempo della loro giovinezza, la Naltalma (più correttamente traslitterato Ñaltalma) rappresenta uno strumento di grande interesse, perché ci permette di comprendere le modalità con le quali gli Elfi esploravano un territorio e comunicavano a grandi distanze.…

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SÔVAL PHÂRË – (La“Lingua Comune”) ~ Rubrica sulla Traduzione in Tolkien - EPISODIO 7.5: Cirth e Fuþark, ispirazione e “parentela”

Cari amici, ben ritrovati al consueto appuntamento con Sôval Phârë, la rubrica dedicata alla traduzione nell’opera letteraria tolkieniana.

Nello scorso articolo abbiamo cominciato a trattare, attraverso le dichiarazioni di Tolkien contenute nel suo epistolario, la questione della resa dei nomi delle sue creature (e non solo) attraverso l’operazione, su cui ormai abbiamo detto abbastanza, di traduzione e adattamento.

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