Non parlare più di Lalaith

In quel periodo, il suo cuore era tutto per la sorella Lalaith, con la quale però di rado giocava, più piacendogli osservarla non visto e guardarla procedere sull’erba o tra gli alberi, intenta a intonare quei canti che i figli degli Edain composero molto tempo fa, quando la lingua degli Elfi era ancora fresca sulle loro labbra. «Bella come una figlia di Elfi è Lalaith» disse Húrin a Morwen; «ma assai meno longeva, ahimè! E per questo forse più bella, magari più cara». E Túrin, udendo queste parole, le meditò ma non gli riuscì di capirle, essendo che non aveva mai visto figli di Elfi. Nessuno degli Eldar in quel tempo viveva nelle terre di suo padre, e una sola volta li aveva veduti, ed era stato quando Re Fingon e molti dei suoi signori avevano cavalcato per il Dor-lómin, passando sul ponte di Nen Lalaith, in un luccichio bianco e argento. Ma, prima che l’anno terminasse, la verità delle parole di suo padre fu manifesta, che il Perfido Fiato penetrò nel Dor-lómin, e Túrin s’ammalò;, e a lungo giacque in preda alla febbre e a cupi sogni. E quando ne guarì, poiché tale era il suo destino e la forza della vita che era in lui, chiese di Lalaith. Ma la sua nutrice rispose: «Non parlare più di Lalaith, figlio di Húrin; ma di tua sorella Urwen, devi chiedere a tua madre».

{J.R.R. Tolkien, Racconti Incompiuti, Il racconto dei figli di Húrin, L’infanzia di Túrin, Lalaith aggiunta da Freyr94 on lotr.fandom}
-Lúthien Tinúviel

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