Improvvisamente si udì un’altra voce, lenta e melodiosa, il cui suono era già di per sé un incantesimo. Coloro che l’ascoltavano imprudentemente, di rado riuscivano a riferire le parole che avevano udito, e se vi riuscivano rimanevano stupefatti, perché sembravano spoglie di qualunque potere. Rammentavano soltanto, di solito, che era una delizia ascoltare quella voce, e che tutto ciò che essa diceva pareva saggio e ragionevole: nasceva allora in essi il desiderio di sembrare anche loro saggi, accondiscendendo rapidamente. Quando qualcun altro prendeva la parola, dava per contrasto l’impressione di essere rozzo e goffo, e se contraddiceva l’incantevole voce, nel cuore di chi era soggiogato avvampava la collera. Per alcuni l’incantesimo durava solo finché la voce si rivolgeva a loro personalmente, e quando parlava a qualcun altro essi sorridevano come chi ha indovinato il trucco di un prestigiatore, mentre gli altri sono ancora sbalorditi. A molti bastava udirne il suono per essere avvinti; vi erano infine i succubi, coloro che rimanevano vittime dell’incantesimo e che ovunque fossero udivano la dolce voce bisbigliare istigandoli. Ma sino a quando il padrone la controllava, nessuno rimaneva impassibile, nessuno riusciva a respingerne le implorazioni e i comandi se non con l’aiuto di una grande forza di volontà e di spirito.
{J. R. R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, La Voce di Saruman, Saruman by Samar Malik}
-Ancalagon