L’ingresso nella tana di Shelob

«Intendi dire che sei già passato da questo buco?», disse Sam. «Puah! Ma forse tu non fai caso ai cattivi odori».
Gli occhi di Gollum luccicarono.
«Lui non Sa a cosa facciamo caso, nevvero tesoro? No, non lo sa. Ma Sméagol sa sopportare. Sì. E’ passato da qui, oh sì, fino in fondo. E’ l’unica via».
Gollum leads Frodo and Sam, by Casey Blandford

 

Dalle tenebrose gallerie di Moria, Frodo e Sam non erano mai più stati in un buio così cupo, e questo era forse ancor più fitto e fondo. Sembrava di camminare in un vapore nero plasmato nell’oscurità stessa, e alla cecità degli occhi si aggiungeva ad ogni respiro una più densa nebbia della mente, che offuscava e cancellava persino il ricordo di luci, forme e colori. La notte era il passato, era il futuro; non esisteva che essa. Ma dopo qualche tempo i sensi parvero attutirsi, tatto e udito scomparvero mentre continuavano ad avanzare brancolando, spinti soltanto dalla forza di volontà che li aveva incoraggiati a entrare, volontà di andare sino in fondo, desiderio di raggiungere infine l’alto valico.
Sam si allontanò dalla parete e si accostò a Frodo, e le loro mani incontrandosi si afferrarono, e proseguirono così stretti insieme.
                        Shelob’s Liar, by John Howe

 

Infine Frodo, brancolando lungo la parete di sinistra, sentì improvvisamente un vuoto, e per poco non cadde nell’apertura. Questa era molto più larga di tutte le altre, ed emanava un fetore sì immondo ed un senso di malvagità occulta ma così intensa che Frodo vacillò. In quel medesimo istante anche Sam ondeggiò e cadde bocconi.

Lottando contro la nausea e la paura, Frodo afferrò la mano del compagno. «Su!», disse con un roco respiro atono. «Proviene tutto da qui il lezzo ed il pericolo. Scappiamo! Presto!».
Raccogliendo tutto ciò che vi era ancora in lui di forza e di volontà, riuscì a far alzare in piedi Sam e costrinse le proprie membra a muoversi. Sam avanzò barcollando. Un passo, due passi, tre passi…. infine sei passi. Forse perché avevano oltrepassato l’orrenda cavità, o forse per qualche altro motivo, improvvisamente si mossero con più facilità, come se l’ostile resistenza si fosse per un attimo affievolita. Avanzarono vacillando, tenendosi per mano.
J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli;
-Stella del Vespro

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