«Che cos’è tutto questo strepito nella foresta, stanotte?» disse il Signore delle Aquile, appollaiato, nero nel chiarore lunare, sulla vetta di un solitario pinnacolo di roccia al confine orientale delle montagne. «Sento voci di lupi! Gli Orchi stanno facendo danni nei boschi?».
Si alzò in aria maestoso e vigile, e immediatamente due delle sue guardie balzarono su dalle rocce vicine per seguirlo. Volteggiarono in cielo e guardarono giù verso il cerchio dei Mannari, una macchiolina lontana sotto di loro. Ma le aquile hanno occhi acuti e possono vedere cose piccole a grande distanza. Il Signore delle Aquile delle Montagne Nebbiose aveva occhi che potevano vedere un coniglio muoversi al suolo un miglio più sotto, perfino alla luce della luna. Così, benché non potesse vedere la gente sugli alberi, poté scorgere il tumulto tra i lupi e vedere i piccoli guizzi di fuoco, e udire gli ululati e le urla che salivano debolmente fino a lui. Poté anche scorgere i bagliori della luna sulle lance e gli elmi degli Orchi, mentre questi esseri malvagi strisciavano fuori del loro portone giù per i pendii in lunghe file che si snodavano nel bosco.
{J. R. R. Tolkien, Lo Hobbit, Dalla Padella alla Brace, Gwaihir by gpetraca on DeviantArt}
-Ancalagon