Rog esclamò allora con voce possente: « Chi ora avrà paura dei Balrog, per terribili che siano? Ecco dinanzi a noi i maledetti che hanno tormentato per anni i figli dei Noldor, e che ora con le frecce hanno appiccato il fuoco dietro di noi. Accorrete, voi del Martello d’Ira, e li ripagheremo di tutta la loro malvagità! »
Al che levò la mazza dal lungo manico e, nell’impeto della collera, si aprì un passaggio fino alla porta crollata: l’intero popolo dell’Incudine Colpita, come un cuneo, lo seguì correndo, e ognuno mandava scintille dagli occhi per la furia dell’ira. Quella sortita fu un’impresa eroica, come ancora cantano i Noldor, e numerosi Orchi furono respinti nei fuochi di sotto; gli uomini di Rog balzarono persino sulle spire dei serpenti, affrontando il Balrog e colpendolo duramente, quantunque possedessero fruste di fiamma e artigli d’acciaio e fossero di statura enorme. Così lo annientarono a forza di percosse, o privandolo delle fruste, le impugnarono contro di lui, per ridurlo in pezzi come quello aveva fatto in precedenza con i Noldor; la morte di un Balrog fu oggetto di terrore e meraviglia per le schiere di Morgoth, poiché prima di quel giorno nessun Balrog era stato ucciso per mano di Elfi o Uomini.
Il battaglione era assai numeroso e nessuno dei combattenti aveva cuore debole, tanto che, fra tutte quelle splendide casate, essi si conquistarono la massima gloria nella lotta contro il fato; tuttavia ebbero la sorte avversa e nessuno di loro riuscì ad allontanarsi dal campo di battaglia, ma tutti caddero intorno a Rog e scomparvero dalla Terra: e con loro molta arte e maestria si sono perdute per sempre.”
{J.R.R. Tolkien Racconti perduti, parte III, “La Caduta di Gondolin”.
Rog, Lord of the House of the Hammer of Wrath, by Nathalie Chen}
-Stella del Vespro

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