Quell’anno, Túrin figlio di Húrin ne contava solo cinque, e sua sorella Urwen ne compì tre all’inizio della primavera. I suoi capelli erano come i gigli gialli tra l’erba quando correva per i campi, e il suo riso era come l’acqua dei lieti rivi che venivano cantando dai colli, frusciando accanto alle mura della casa di suo padre. Nen Lalaith era soprannominata, e così tutti i familiari chiamavano la bambina Lalaith, e i loro cuori erano gai quando essa era tra loro. Túrin però era meno amato di lei. Era bruno di capelli come sua madre, e prometteva lo stesso suo carattere; non era infatti allegro, era laconico sebbene avesse appreso a parlare precocemente e sembrasse anzi maggiore dei suoi anni. Lento era Túrin a dimenticare ingiustizie o beffe; ma in lui era anche il fuoco di suo padre, ed egli poteva mostrarsi impetuoso e feroce. Ma era anche pronto alla pietà, e i dolori o la malinconia di creature viventi bastavano a muoverlo alle lacrime; e anche per questo era come suo padre, poiché Morwen era severa con gli altri come con se stessa. Túrin amava la madre che sempre gli rivolgeva parole franche ed esplicite; il padre però lo vedeva di rado, siccome Húrin era spesso lontano da casa, con l’esercito di Fingon che custodiva le frontiere orientali dello Hithlum, e, quando tornava, la sua rapida favella, punteggiata di parole strane, battute e allusioni, sbalordiva e confondeva Túrin. In quel periodo, il suo cuore era tutto per la sorella Lalaith, con la quale però di rado giocava, più piacendogli osservarla non visto e guardarla procedere sull’erba o tra gli alberi, intenta a intonare quei canti che i figli degli Edain composero molto tempo fa, quando la lingua degli Elfi era ancora fresca sulle loro labbra.
{J.R.R. Tolkien, Racconti Incompiuti, Il racconto dei figli di Húrin, L’infanzia di Túrin, Túrin and Lalaith by kuliszu on DeviantArt}
-Lúthien Tinúviel