giungeremo al crepuscolo nella città dei Galadhrim

Quando gli occhi di Frodo furono a loro volta scoperti, egli levò lo sguardo e rimase senza fiato. Si trovavano in una radura. Alla loro sinistra una grossa montagnola era ricoperta di un manto d’erba verde come la Primavera dei Tempi Remoti; in cima, in una doppia corona, crescevano due cerchi di alberi: quelli all’esterno avevano una corteccia candida come neve, ed erano privi di foglie, ma splendidi nella loro armoniosa nudità; quelli interni si ergevano in tutta la loro altezza, ancora vestiti di pallido oro. Al centro giganteggiava un albero, fra gli alti rami del quale splendeva un bianco flet. L’erba ai piedi dei tronchi e sui verdi fianchi della collina era cosparsa di piccoli fiori d’oro a forma di stella. Fra questi, altri fiori ondeggiavano su esili steli, bianchi o d’un verde pallidissimo: scintillavano come nebbiolina sull’intenso colore dell’erba. Il cielo in alto era blu, ed il sole del pomeriggio ardeva sulla collina proiettando lunghe ombre verdi sotto gli alberi.
«Mirate! Siete giunti al Cerin Amroth», disse Haldir. «Questo è il cuore dell’antico reame di tanto tempo fa, e qui si trova la collina di Amroth, ove in giorni più felici s’innalzava la sua casa. Qui fioriscono perenni i fiori autunnali nel verde mai sbiadito dell’erba: il giallo elanor, la pallida niphredil. Fermiamoci qui qualche tempo; giungeremo al crepuscolo nella città dei Galadhrim».

{J. R. R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Lothlórien, Lothlórien Art Print by Ulla Thynell}
-Ancalagon

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