Levò il bastone, e l’ascia sgusciò via dalla mano di Gimli, cadendo con fragore sul terreno. La spada di Aragorn, rigida nella sua mano paralizzata, sfavillò di fuoco improvviso. Legolas lanciò un urlo e scoccò una freccia in alto verso il cielo: scomparve in una vampata di fiamme. «Mithrandir!», gridò. «Mithrandir!». «Benincontrato, ti ripeto, Legolas!», disse il vecchio. Lo guardarono tutti stupefatti. La sua capigliatura al sole era candida come neve, e la sua veste bianca e splendente; gli occhi sotto le folte sopracciglia erano luminosi, penetranti come raggi di sole; in mano aveva lo strumento del potere. Paralizzati dalla meraviglia, dalla gioia e dal timore, rimasero senza parole. Infine Aragorn si scosse. «Gandalf!», disse. «Al di là di ogni speranza tu giungi a noi nel momento del bisogno! Qual velo copriva i miei occhi? Gandalf!». Gimli non parlò, ma cadde in ginocchio portandosi una mano alla fronte. «Gandalf», ripeté il vecchio, come se avesse ritrovato fra vecchi ricordi una parola da tempo in disuso. «Sì, era questo il nome. Io ero Gandalf».

 

{J.R.R. Tolkien, l Signore Degli Anelli, Il Cavaliere Bianco, collage realizzato con immagini da Movie Screencaps}

-Lúthien Tinúviel

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