era come cercare di cavalcare, senza briglie e senza staffe, un puledro panciuto

Presto la fortuna girò per il verso giusto: la corrente turbinosa trasportò parecchi barili in uno stesso punto vicino a riva, e lì essi rimasero fermi per un po’, trattenuti da qualche radice nascosta. Allora Bilbo colse l’occasione per arrampicarsi sopra il suo barile mentre veniva tenuto fermo dagli altri. Strisciò su come un topo sul punto di affogare, e giacque disteso in modo da distribuire il suo peso e mantenere l’equilibrio quanto meglio poteva. La brezza era fredda ma sempre meno dell’acqua ed egli sperò di non rotolare giù di nuovo una volta ripartiti.
Non ci volle molto perché i barili si liberassero di nuovo e girassero e rigirassero giù per il fiume, e poi al centro della corrente. Allora trovò abbastanza difficile tenersi in equilibrio, come aveva temuto; ma alla meno peggio ci riuscì, anche se stava tremendamente scomodo. Per fortuna c’era molta luce, e il barile era bello grosso e avendo varie crepe aveva ora imbarcato una certa quantità d’acqua. In tutti i modi era come cercare di cavalcare, senza briglie e senza staffe, un puledro panciuto il cui unico pensiero fosse quello di rotolarsi sull’erba.

{J. R. R. Tolkien, Lo Hobbit, La Botte Piena e la Guardia Ubriaca, https://www.youtube.com/watch?v=5iEQqdnFGJY}
-Ancalagon

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