Dritto innanzi ai viaggiatori si apriva la più ampia di queste valli, come un lungo golfo fra i colli. Più lontano, all’interno, scorgevano un insieme montagnoso e franato dal quale emergeva un alto picco; alla imboccatura della conca stava di guardia, come una sentinella, un’altura solitaria. Intorno alle sue falde scorreva un filo d’argento, il corso d’acqua proveniente dalla valle; in cima, ancor lontano, intravidero un barlume al sole sorgente, uno scintillare d’oro.
«Parla, Legolas!», disse Gandalf. «Descrivi quel che scorgi lì innanzi a noi!».
Legolas scrutò l’orizzonte, riparandosi gli occhi dai raggi orizzontali del sole appena levato. «Vedo un bianco fiume che scende dalle nevi», disse. «Nel punto ove esce dall’ombra della valle, si erge ad est un verde colle. È circondato da una diga, un muro possente e un recinto spinoso. All’interno s’innalzano tetti di case e nel centro, su una verde terrazza, vedo, imponente, un grande palazzo di Uomini. Ai miei occhi parrebbe ricoperto d’oro. La sua luce brilla su tutta la contrada. Sono anche d’oro i pilastri delle porte, ove degli Uomini vestiti di lucenti cotte di maglia montano la guardia. Ma tutti nei cortili interni dormono ancora».
«Edoras si chiamano quei cortili», disse Gandalf, «e Meduseld il Palazzo d’Oro. Ivi dimora Théoden figlio di Thengel, Re del Mark di Rohan. Giungiamo col sorgere del giorno. La via si stende aperta avanti a noi, ma dobbiamo cavalcare con maggiore precauzione; la guerra infierisce, ed i Rohirrim, i Signori dei Cavalli, non dormono, anche se da lontano sembrerebbe così. Non sguainate le armi, non pronunziate parole altezzose; questo è il mio consiglio prima di giungere al cospetto di Théoden».
{J. R. R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Il Re del Palazzo d’Oro, https://www.youtube.com/watch?v=4fw8dDYoJMg}
-Ancalagon