Arda e il Vuoto, rappresentazione artistica

Vuoto, inizio del Tempo – Fine del Tempo

 

Conosco il desiderio delle vostre menti, che ciò che avete visto sia in effetti e non solo nel vostro pensiero, ma proprio come voi siete, e tuttavia diverso. Perciò io dico: Eä! Che queste cose siano! E io invierò nel Vuoto la Fiamma Imperitura, ed essa sarà nel cuore del Mondo, e il Mondo sarà; e quelli tra voi che lo vogliono, possono andarvi”.
J.R.R. Tolkien, Ainulindalë

 

Eä, il Mondo Creato, è il nome Quenya dell’Universo, la realizzazione della Visione cantata dagli Ainur durante la Grande Musica prima del Tempo. Il suo nome è semplicemente una voce del verbo essere in lingua elfica, dal significato di “esistere”.

Eä è dunque il Mondo che È, distinto dalle Sale Senza Tempo di Ilúvatar e dal Vuoto, privi di durata, di forma materiale e di soggezione alle forze e agli accidenti del mondo.

Eä fu concepita nella Musica degli Ainur e poi resa visibili dalla visione creata da Eru nel vuoto, a dimostrazione di ciò che la loro armonia aveva generato. E immediatamente molti di loro ne furono colpiti e attratti, e vollero vivere al suo interno. Ma fu solo quando l’Uno ne pronunciò il nome che essa da visione divenne realtà, poiché Ilúvatar vi inviò la Fiamma Imperitura come caldo motore posto al centro del Mondo.

Ed Eä divenne in mondo reale al centro del Vuoto. E gli Ainur scelsero di stabilirsi in una precisa regione di questo spazio – le cui vere dimensioni, come vedremo, variano a seconda delle tradizioni prese in considerazione – che poi diventerà Arda, a sua volta costituita da Ambar, la Terra ove vivono le creature e i Figli di Ilúvatar, e dalle cerchie di aria e acqua che la circondano (Ekkaia, Ilmen, Vaiya)

 

Quando i Valar entrarono in Eä, ne divennero parte e non poterono più uscirne né di propria volontà, né per volontà di altri. Inoltre, la loro visione di Arda quando per la prima volta scesero in essa era molto diversa da ciò che la Visione aveva promesso. Poiché in questo caso – come abbiamo recentemente discusso nel nostro podcast – la Creazione di Eä da parte di Eru prevedeva già che sarebbe stata la sub-creazione da parte degli Ainur discesi in terra (che divennero Valar e Maiar) a dover dare poi al Mondo la sua effettiva forma. Forma che sarà poi ripetutamente trasformata nei secoli successivi, prima con la distruzione delle due Lampade, poi con la creazione di Valinor e la sua divisione dalla Terra di Mezzo, poi con la distruzione di Númenor e la trasformazione del Mondo, quando Aman fu tratto al di fuori delle sue cerchie, pur rimanendo parte di Arda.

Durante le fatiche dei Valar dedicate all’effettiva costruzione di Arda, Varda creò le stelle, e Manwë, Aulë e Ulmo vi destarono le forze primigenie per plasmare Arda, ciascuno secondo le ragioni che li avevano guidati durante la Musica. E così nacque il “mondo” quale noi lo conosciamo. Altri spiriti vagarono invece per Eä, in regioni lontane da Arda, e qui Melkor ne reclutò alcuni al suo servizio.

 

Ecco perché Eä è descritto come un regno di “vaste sale e immensità” ardenti di “fuochi volteggianti”, e sembra che, in regioni oltre la comprensione di Elfi e Uomini, giacciano spazi infinitamente più vasti.

Forma, durata, estensione e dimensioni di Eä restano tuttavia inesplorate; solo Arda, il mondo abitato dai Figli, è noto nella sua pienezza. E nelle successive tradizioni, come accennato, Eä acquisì dimensioni sempre più grandi, fino a diventare una descrizione dell’intero universo, con le sue galassie e i suoi pianeti, i suoi pulsar e le sue nebulose, all’interno del quale l’intera Storia si concentra al suo centro, ove è la Fiamma Imperitura.

 

Eä perdura dunque nel Vuoto senza fondervisi, separato da esso dalle Mura del Mondo. Su Arda, queste aree sono collegate a Est e a Ovest attraverso due Porte, come narrato nel Canto del Sole e della Luna, concepite per permettere ai vascelli di Anar e Isil di attraversare il cielo e poi ripartire dalla pate opposta. Fu attraverso una di esse, la Porta della Notte, che alla fine della Prima Era i Valar scagliarono Melkor nel Vuoto.

I Valar e gli Elfi riconoscono che Eä è retto dagli axani, le leggi stabilite da Ilúvatar cui gli esseri sono condotti a obbedire ma possono scegliere di trasgredire, come fecero non solo i Signori Oscuri e i loro seguaci, ma anche molti eroi e personaggi che, per hybris o orgoglio, per superbia o arroganza, finirono per violarle. Ma gli axani si trovano a loro volta entro i confini degli únati, le leggi fisiche che regolano l’interezza di Eä e non la sola Varda, infrangibili da ogni creatura, per quanto potenti e malvage esse siano. Non si potrà mai far cadere l’acqua verso l’alto, né farla congelare esponendola al fuoco, perché ciò contrasta con le regole che solo Eru ha immaginato all’inizio dei Tempi.

 

Vi è poi un’ultima cosa da dire, a riguardo della più recente di queste tradizioni cosmologiche. Quella secondo la quale la Terra non fu resa tonda dopo la caduta di Númenor, poiché lo era sempre stata, e secondo cui Arda era sempre stata illuminata dal Sole e dalla Luna, fin dal prinicipio, essendo essi parti di Eä, nei cui immensi spazi si muovevano dunque dall’inizio dei Tempi. E, secondo questa versione, molti di più erano gli Ainur che forgiarono Eä e si adoperarono tra remote stelle e mondi, ivi rimanendo per tutta la durata dell’esistenza del Mondo; ma di essi nulla sappiamo.

Poiché noi, che viviamo in quel lembo dell’universo che corrisponde al nostro pianeta, possiamo conoscere soltanto le vicende di coloro che seguirono Manwë fino ad Arda, la quale occupa un rilievo primario nella Grande Vicenda di Eä.

 

Altro, sulla forma del Mondo e sul suo ultimo destino, non si può dire.

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