è da qui che dobbiamo andare

Sam fiutò l’aria.

«Ugh! Questa puzza!», disse. «E sta diventando sempre più insostenibile».

Infine, giunti nell’ombra, scorsero in centro l’apertura di una caverna. «E’ questo l’ingresso», disse Gollum sottovoce. «E’ da qui che si entra nella galleria». Ma non ne rivelò il nome: Torech Ungol, la Tana di Shelob.…

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era questo il nome

Levò il bastone, e l’ascia sgusciò via dalla mano di Gimli, cadendo con fragore sul terreno. La spada di Aragorn, rigida nella sua mano paralizzata, sfavillò di fuoco improvviso. Legolas lanciò un urlo e scoccò una freccia in alto verso il cielo: scomparve in una vampata di fiamme.…

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Dove siamo, e dove stiamo andando?

L’ultima immagine che portava incisa nella memoria era Boromir appoggiato a un albero che estraeva una freccia dal suo petto. Poi tutto era piombato nell’oscurità.

«Qualcuno deve avermi colpito alla testa», si disse Pipino. «Chissà se le ferite di Merry sono gravi.…

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le bianche vesti brillavano

«Potremmo sapere il tuo nome, e poi udire ciò che hai da dirci?», disse Aragorn. «La mattina avanza, e il nostro compito non può attendere». «Ciò che avevo da dire l’ho già detto: che cosa potete fare da queste parti, e qual è la vostra storia?…

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Faceva sempre più caldo

Bilbo e i Nani avevano ora più che abbastanza su cui meditare, e non fecero altre domande. Davanti a loro c’era ancora molta strada da percorrere, ed essi avanzarono lentamente su per i pendii e giù per le valli. Faceva sempre più caldo, e talvolta si riposarono sotto gli alberi; allora Bilbo si sentiva una fame tale che avrebbe mangiato le ghiande, se già ce ne fosse stata qualcuna abbastanza matura per cadere al suolo.…

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Si udì Gimli trattenere il respiro

In quel momento il vecchio affrettò il passo e giunse con rapidità sorprendente ai piedi della parete rocciosa. Poi levò improvvisamente lo sguardo, mentre in piedi, immobili, essi lo guardavano dall’alto. Non si udiva un rumore. Il viso del vecchio non si vedeva, poiché portava un cappuccio, e su questo un cappello dalle larghe falde che metteva in ombra tutti i lineamenti, eccetto la punta del naso e una barba grigia.…

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Il suo aspetto non mi piaceva affatto

«Ebbene», proseguì Maggot pregustando già l’effetto della sua rivelazione, «arrivò su di un grosso cavallo nero, e dopo esser entrato dal cancello, che per caso era aperto, si piantò davanti alla mia porta. Era tutto nero anche lui, avvolto in un mantello e con un cappuccio in testa, come se non volesse essere riconosciuto.…

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All’erta, ma aspettiamo!

«Lo vedo! Ora sì che lo vedo!», sibilò Gimli. «Guarda, Aragorn! Te l’avevo detto! Ecco il vecchietto. Tutto vestito di luridi stracci grigi: perciò sulle prime non riuscivo a vederlo». Aragorn scorse una figura curva che avanzava lentamente. Non era molto distante, e sembrava un vecchio mendicante dal passo stanco che si appoggiasse a un rozzo bastone.…

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nessuno aprì bocca

«Poiché tutti i tuoi consigli spiacevoli si sono rivelati ottimi, voglio vedere se quello che mi dai ora non è cattivo. Comunque, suppongo che non ho più forza e fortuna sufficienti per trattare con l’Anello. Esso è cresciuto, ed io no.…

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Parla a bassa voce! Guarda!

«Queste sono buone notizie», disse Aragorn. «Purtroppo sono tracce di due giorni fa, e pare che da qui in poi gli Hobbit abbiano abbandonato il corso d’acqua». «Ed ora, che cosa facciamo?», domandò Gimli. «Non possiamo certo inseguirli attraverso tutta la foresta.…

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