È tuo solo per un malaugurato caso

 «No! No!», gridò Frodo. «Il Consiglio ha dato a me l’incarico di portarlo».
 «È per colpa della tua follia che il Nemico ci sconfiggerà», urlò Boromir. «Che rabbia mi fai! Idiota! Idiota e testardo! Corri caparbiamente a buttarti nelle braccia della morte, e rovini la nostra causa.
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Esile più di un salice!

 Gli Hobbit la guardavano estasiati e lei li guardò uno per uno e sorrise. «Dolce dama Baccador!», osò infine dire Frodo, sentendosi profondamente turbato e commosso da una gioia inspiegabile. Aveva provato a volte una sensazione simile, incantato dalla dolce voce degli Elfi; tuttavia questo sortilegio era diverso: un piacere meno nobile e meno intenso, ma più profondo e umano penetrava fino in fondo al cuore, meraviglioso eppure non misterioso.
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pietà mista a orrore

 Bilbo smise quasi di respirare e si irrigidì anche lui. Era disperato. Doveva andarsene da quell’oscurità orribile, mentre gli rimaneva ancora un po’ di forza. Doveva combattere. Doveva pugnalare quel pazzo, cavargli gli occhi, ucciderlo. Voleva ucciderlo. No, non era un combattimento leale.
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Ho bisogno del tuo Anello

 «Ma almeno per un breve periodo verrai?», insistette Boromir. «La mia città è ormai vicina; e dista da Mordor poco più di Tol Brandir. Abbiamo trascorso molto tempo in zone selvagge, e prima di poter fare qualunque mossa, è indispensabile che tu sia al corrente delle posizioni del Nemico.
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Non abbiate più paura!

 Fecero qualche timido passo avanti, inchinandosi profondamente ed a più riprese, goffi, stupiti e impacciati come gente che, avendo bussato alla porta di una casetta per chiedere un bicchier d’acqua, si fosse improvvisamente trovata al cospetto di una splendida giovane regina elfica interamente vestita di fiori.
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ma adesso stava in guardia

 Bilbo si allontanò strisciando dalla parete, più silenzioso di un topo; ma Gollum si irrigidì immediatamente, fiutò l’aria e i suoi occhi divennero verdi. Sibilò piano ma minacciosamente. Non poteva vedere lo Hobbit, ma adesso stava in guardia, e aveva altri sensi che il buio aveva affinato: l’udito e l’olfatto.
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Ogni cosa è più chiara adesso

 «Certo te ne rendi conto, amico mio?», disse, voltandosi di scatto nuovamente verso Frodo. «Dici di avere paura. Se così è, anche il più ardito ti comprenderebbe. Ma non credi che sia il tuo buonsenso che si ribella?».
«No, ho paura», disse Frodo.
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Siate i benvenuti

 I quattro Hobbit varcarono l’ampia soglia di pietra e si arrestarono, abbagliati. Erano in una stanza lunga dal soffitto basso, illuminata a giorno da lampade che oscillavano appese alle travi della volta, mentre sul tavolo di lucido legno scuro un’infinità di candele alte e gialle ardevano allegramente.
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Morte e dannazione a loro!

 Via via che il conto aumentava, egli rallentò il passo, e cominciò ad avanzare con incertezza e a piagnucolare, poiché si stava allontanando dal lago e cominciava ad avere paura. Potevano esserci in giro degli Orchi, ed egli aveva perso il suo anello.
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E ci ordinano di gettare via l’Anello!

 Boromir camminava in lungo ed in largo, parlando sempre più concitato. Pareva quasi aver dimenticato Frodo, nell’esaltare muraglie ed armi e il radunarsi degli uomini; faceva progetti per grandi alleanze e gloriose vittorie future; e dopo aver distrutto Mordor, diveniva egli stesso un potente re, saggio e benevolo.
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