Aiya Eärendil Elenion Ancalima!

«Padrone! Padrone!», gridò Sam, e la vita e la fretta tornarono nella sua voce. «Il dono della Dama! La fiala-stella! Disse che doveva essere per voi una luce nel buio. La fiala-stella!».
Lentamente Frodo si portò la mano al petto, e lentamente levò in alto la Fiala di Galadriel. Per un attimo scintillò fioca come una stella che sorge a fatica fra cupe nebbie, poi si fece più intensa, e la speranza crebbe nel cuore di Frodo, e la luce incominciò ad ardere, una fiamma argentea, un fulgore abbacinante, come se Eärendil in persona fosse disceso dagli alti viali del tramonto con l’ultimo Silmaril in fronte. L’oscurità intorno si diradò.
Galadriel’s phial, by Andrea Piparo

 

Aiya Eärendil Elenion Ancalima! gridò, ma non comprese le parole pronunziate; gli parve che un’altra voce parlasse con la sua bocca, una voce limpida, inalterata dall’immonda aria della galleria.
Ma vi sono altre potenze nella Terra di Mezzo, forze della notte antiche ed indomate. E Colei che camminava nel buio aveva udito in tempi immemorabili gli Elfi gridare quel richiamo, ma allora come adesso era rimasta impassibile. Nel pronunziare le parole Frodo sentì una possente malvagità china su di lui, uno sguardo micidiale intento ad osservarlo. Poco più in giù nella galleria, fra loro e l’apertura ove avevano barcollato e inciampato, degli occhi apparvero: due grandi grappoli di occhi… La minaccia incombente era infine svelata.
Frodo e Sam, terrificati, retrocedettero lentamente, come ipnotizzati dallo spaventoso sguardo di quegli occhi foschi; ma mentre loro indietreggiavano gli occhi si facevano avanti. La mano di Frodo tremò, e la Fiala si curvò lentamente. Poi d’un tratto l’incantesimo si affievolì, ed essi si voltarono e fuggirono via insieme; ma mentre scappavano Frodo si girò e vide con terrore che gli occhi li seguivano veloci. La puzza di morte li avviluppava come una nube.
«Fermo! Fermo!», urlò disperatamente. «Correre non serve a nulla!»
Lentamente gli occhi avanzarono.
«Galadriel!», invocò e facendosi forza sollevò di nuovo in alto la Fiala. Gli occhi si arrestarono. Per un attimo allentarono la presa, come turbati da qualche dubbio. Allora una fiamma avvampò nel cuore di Frodo il quale, senza pensare a quel che faceva, follia, disperazione o coraggio, prese la Fiala nella mano sinistra, sguainando con la destra la spada. Pungolo lampeggiò e l’affilata lama elfica sfavillò nella luce argentea, ma i bordi ardevano di fuoco azzurro.
Tenendo alta la stella e la luminosa spada puntata in avanti, Frodo, Hobbit della Contea, avanzò deciso verso gli occhi.
Art: Palantir6

Essi vacillarono. Il dubbio li colse man mano che la luce si faceva più vicina. Si oscurarono uno per uno e retrocedettero lentamente. Nessun bagliore così micidiale li aveva mai colpiti. Lì sotto terra erano sempre stati al riparo dal sole, luna e stelle, ma ora una stella era penetrata sin nelle viscere della terra. Si avvicinava implacabile, e gli occhi non seppero resistere. Si spensero tutti, si distolsero, ed una grande massa fuori della portata della luce mosse la sua enorme ombra. Gli occhi scomparvero.

«Padrone, padrone!», gridò Sam. Era alle spalle
di Frodo, pronto, con la spada sguainata. «Stelle e gloria! Gli Elfi comporrebbero una canzone se sapessero come si sono svolte le cose! Possa io vivere abbastanza per raccontarle loro e udirli cantare. Ma non andate oltre, padrone! Non scendete in quella tana! Questa è la nostra unica occasione di scampo. Usciamo da questo immondo buco!».
– J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli
approfondimenti: Fiala di Galadriel
                                             Eärendil
-Stella del Vespro

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back To Top
Racconti di Tolkien