prigioniero nelle segrete di Dol Guldur

 «Non capisco» disse Thorin, e Bilbo pensò che gli sarebbe piaciuto dire lo stesso. La spiegazione non sembrava spiegare niente.
 «Tuo nonno» disse lo stregone con voce lenta e severa «dette la mappa a suo figlio prima di recarsi nelle miniere di Moria.
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viene consegnata la mappa a Thorin

 «Non è che io me ne sia impossessato; essa mi è stata data» disse lo stregone. «Tuo nonno Thror fu ucciso, come ben ricordi, nelle miniere di Moria da Azog l’Orco*».
 «Maledetto il suo nome, sì» disse Thorin.
 «E Thrain, tuo padre, scomparve il ventun aprile, che giovedì scorso faceva cent’anni, e tu non l’hai più visto da allora…».
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Thrór e Thráin

 «Quei pochi tra noi che erano fuori al sicuro si sedettero e piansero, tenendosi nascosti, e maledissero Smog; poi, inaspettatamente, fummo raggiunti da mio padre e da mio nonno con le barbe bruciate. Avevano un aspetto torvo ed ebbero pochissime parole.
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Oscurità per affari oscuri!

Si alzò tremando. Aveva meno di una mezza idea di andare a prendere una lampada, e più di una mezza idea di fare solo finta, e di andare invece a nascondersi in cantina dietro i barili di birra, per non tornare più finché tutti i Nani non se ne fossero andati.…

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un canto roco di Nani

Il buio aveva invaso tutta la stanza; il fuoco moriva lentamente, le ombre si smarrivano, ed essi suonavano ancora. E d’un tratto, mentre suonavano, cominciarono a cantare uno dopo l’altro: un canto roco di Nani che sembrava salire dai recessi delle loro antiche case; e questo è come un frammento della loro canzone, se canzone può esserci senza alcuna musica.…

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E adesso un po’ di musica!

«E adesso un po’ di musica!» disse Thorin. «Tirate fuori gli strumenti!».
Kili e Fili si precipitarono a prendere le borse e riportarono con loro dei piccoli violini; dall’interno dei loro mantelli, Dori, Nori e Ori tirarono fuori dei flauti; Bombur esibì un tamburo che era nell’ingresso; anche Bifur e Bofur uscirono e tornarono con dei clarinetti che avevano lasciato nel portaombrelli.…

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gli piacevano molto gli anelli di fumo

Poi tornarono indietro, e trovarono Thorin che fumava la pipa coi piedi sul parafuoco. Faceva degli anelli di fumo assolutamente enormi, che andavano dovunque egli diceva loro di andare – su per la cappa del camino, o dietro l’orologio sopra la mensola, o sotto la tavola, o attorno al soffitto: ma dovunque l’anello di fumo andasse, non era mai abbastanza veloce da sfuggire a Gandalf.…

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Adesso… sparecchiare!

«Immagino che vi tratteniate a cena?» disse col tono di voce più educato e inespressivo.
«Ma naturale!» disse Thorin. «E anche dopo. Non risolveremo la faccenda fino a tardi e dobbiamo prima fare un po’ di musica. Adesso… sparecchiare!».
Al che i dodici Nani – non Thorin, che era troppo importante e rimase a parlare con Gandalf – balzarono in piedi e ammucchiarono ogni cosa in alte pile.…

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l’appetito gli era quasi completamente passato

«Vadano a morire ammazzati* tutti quanti, questi Nani!» disse ad alta voce. «Perché non vengono a darmi una mano?». Detto fatto! Ecco lì Balin e Dwalin sulla porta della cucina, e Fili e Kili dietro di loro, e prima che Bilbo potesse dire ba avevano fatto sparire nel salotto i vassoi e un paio di tavolinetti, e disposto bellamente ogni cosa.…

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