Ma essa non piange per sé; e coloro che la odono, apprendono la pietà e a perseverare nella speranza. Le sue aule si trovano a occidente dell’Occaso, ai confini del mondo; di rado essa viene alla città di Valimar, dove tutto è letizia.
Estë la gentile, che medica ferite e stanchezza, è la sua sposa. Grigio è l’abito di Estë; e il riposo è il suo dono. Di giorno non s’aggira, ma dorme su un’isola nel lago di Lórellin ombreggiato d’alberi. Dalle fonti di Irmo ed Estë, tutti coloro che dimorano in Valinor traggono riposo e sollievo dal fardello di Arda.
Irmo, il minore, è signore delle visioni e dei sogni. I suoi giardini stanno in Lórien, nella terra dei Valar, e sono i più belli di tutti i luoghi del mondo, affollati di molti spiriti.
{J.R.R. Tolkien, Il Silmarillion, Valaquenta, I Valar, immagine utilizzata: Lorien by EKukanova on DeviantArt}
Vairë la Tessitrice è la sua sposa, la quale iscrive nelle sue reti istoriate tutte le cose che mai sian state nel Tempo, e le aule di Mandos, che sempre più si dilatano a mano a mano che le ere passano, ne sono tappezzate.
Nàmo, il maggiore, dimora in Mandos, che si trova nella parte occidentale di Valinor. Egli è il custode delle Case dei Morti, colui che convoca gli spinti del massacro. Nulla dimentica; e conosce tutte le cose che saranno, eccezion fatta soltanto per quelle che ancora stanno nel libero arbitrio di Ilùvatar.
Quando Manwë quivi si siede sul trono e si guarda attorno, e Varda è seduta accanto a lui, i suoi occhi vedono più in là di ogni altro occhio, attraverso brume e tenebre, oltre leghe e leghe di mare. E se Manwë è con lei, l’orecchio di Varda ode più chiaramente di ogni altro orecchio il suono di voci che clamino da est e da ovest, da colli e da valli e dai luoghi bui che Melkor ha fatto sulla Terra.
Manwë e Melkor erano fratelli nella mente di Ilùvatar. Il più possente di quegli Ainur che vennero nel Mondo era, all’inizio, Melkor; Manwë però il più caro a Ilùvatar, quegli che più chiaramente ne intende i propositi. Egli era destinato a essere, nella pienezza dei tempi, il primo di tutti i Re: signore del reame di Arda e sovrano di quanto vi dimora.
Thingol però fissava in silenzio Lúthien; e in cuor suo pensava: “Infelici Uomini, figli di signori da nulla e di regoli, possibile che uno di costoro metta la mano su te, e continui a vivere? “. Poi, rompendo il silenzio, disse: «Vedo l’anello, figlio di Barahir, e m’accorgo che tu sei fiero e che ti ritieni forte.
Al che replicò Beren: «Mi puoi dare la morte, che io la meriti o meno; ma non accetto gli insulti di infimo, spia o schiavo. Per l’anello di Felagund, che questi diede a Barahir mio padre sul campo di battaglia del Nord, la mia casa non ha certo meritato offese del genere da qualsivoglia Elfo, re o meno che sia».
Beren allora, levando lo sguardo, incontrò gli occhi di Lúthien, quindi lo posò sul volto di Melian e gli parve che parole gli venissero messe in bocca. Il timore lo abbandonò, e risorse in lui l’orgoglio della più antica Casa degli Uomini, ed egli disse: «Il mio destino, o Re, mi ha qui condotto, attraverso perigli tali che ben pochi persino tra gli Elfi oserebbero affrontarli.
Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito assumiamo che tu ne sia felice.OkNoPrivacy policy