Silmaril

Tirion, 1.449 A.A. – Recuperati dopo Dagor Dagorath

 

“I tre volte incantati globi di luce
che brillano fin quando il domani conduce”

– Lai di Leiithian, Canto VI

 

La Storia di Arda è intessuta di momenti e accadimenti nei quali il più grande splendore si lega alla più nera oscurità, mostrando, quasi in trasparenza, come questo sia il destino d’ogni vicenda su Arda Corrotta.…

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LINGUE ELFICHE/44 - Lo Shibboleth di Fëanor

Uno degli aspetti più affascinanti del costrutto linguistico tolkieniano è la sua profonda integrazione con la componente più strettamente narrativa del Legendarium. Linguistica, storia interna, racconto, delineazione di personaggi, tutti questi elementi interagiscono in maniera viva e palpitante.

Il livello di meticolosità con cui fattori così distanti vengono conciliati (a volte retroattivamente, magari in seguito a retcon o cambi di concezione) è tale che risulta perfino ingeneroso definire tutto ciò un mero “costrutto”.

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Finrod incontra gli Uomini, di Alystraea

Brani dalle Lettere - Il Silmarillion

 

Il Silmarillion leggendario è particolare, ed è diverso da tutte le cose simili che conosco in quanto non è antropocentrica. Il suo punto di vista e il suo centro di interesse non è negli Uomini, ma negli Elfi.

 

Gli Uomini ci entrano inevitabilmente: dopotutto l’autore è un uomo e se avrà un pubblico di lettori questo saranno Uomini, e gli Uomini devono apparire nei nostri racconti come tali non solo trasfigurati o rappresentati parzialmente come Elfi, Nani, Hobbit etc.

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Ossë e Uinen sono i più noti ai Figli di Ilùvatar

 Ma, fra tutti i Maiar, Ossë e Uinen sono i più noti ai Figli di Ilùvatar. Ossë è un vassallo di Ulmo, ed egli è signore dei mari che lambiscono le rive della Terra-di-mezzo. Non scende nelle profondità, ma ama le coste e le isole e si delizia dei venti di Manwë; che nella tempesta egli gioisce e ride tra il fragore delle onde.
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Questo sarà il mio regno

 Mentre dunque la Terra era ancora giovane e fiammeggiante, Melkor la desiderò ardentemente, e disse agli altri Valar: «Questo sarà il mio regno; e io lo designerò con un nome di mia scelta!». Ma Manwë era il fratello di Melkor nella mente di Ilùvatar, ed era lo strumento principale del secondo tema che Ilùvatar aveva fatto risuonare di contro alla dissonanza di Melkor; e chiamò a sé molti spiriti sia minori che maggiori, ed essi discesero sui campi di Arda e aiutarono Manwë, per tema che Melkor potesse impedire per sempre il compimento della loro fatica, e la terra imbozzacchisse prima ancora di fiorire.
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Vana, la Sempregiovane

La sposa di Oromë è Vana, la Sempregiovane; è la sorella minore di Yavanna; fiori d’ogni genere sbocciano ovunque passa e si aprono se vi posa sopra lo sguardo; e al suo giungere cantano tutti gli uccelli.
{J.R.R. Tolkien, Il Silmarillion, Valaquenta, I Valar, immagine utilizzata: Vana the Ever-young by JankaLateckova on DeviantArt}
-Lúthien Tinúviel
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Oromë Signore di Foreste

È un cacciatore di mostri e bestie feroci, che si diletta di cavalli e cani; e ama tutti gli alberi, ragion per cui è detto Aldaron e, dai Sindar, Tauron, cioè Signore di Foreste. Nahar è il nome del suo cavallo, bianco al sole e che splende argenteo la notte.
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Nessa, la sorella di Oromë

Sua sposa è Nessa, la sorella di Oromë, la quale è anch’essa agile e pieveloce. Ama i daini, che la seguono in corteo ovunque vada per le selve; ma essa può superarli alla corsa, veloce come una freccia, i capelli al vento.
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Tulkas Astaldo, il Valoroso

Massimo in forza e atti di prodezza è Tulkas, soprannominato Astaldo, il Valoroso. Egli è giunto per ultimo in Arda, ad aiutare i Valar nelle prime battaglie con Melkor. Trae piacere dalla lotta e dalle prove di forza; e non cavalca destriero, per la semplice ragione che può superare alla corsa tutte le creature che vanno a piedi, ed è instancabile.
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