la luce dei suoi occhi era spenta

Arwen partì, e la luce dei suoi occhi era spenta; al suo popolo parve che ella fosse diventata fredda e grigia come la notte d’inverno senza una stella. Disse addio a Eldarion, alle sue figlie e a tutti coloro che aveva amato, e lasciò la città di Minas Tirith; si recò nella terra di Lórien, e vi dimorò sola sotto gli alberi pallidi fino al giungere dell’inverno.…

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Il Fiume si era preso Boromir

Slegarono l’imbarcazione funebre nella quale giaceva Boromir, calmo, sereno. Egli scivolò via in seno ai flutti. La corrente lo trascinò con sé, mentre i suoi compagni trattenevano la loro barca con i remi. Passò galleggiando accanto ad essi e si allontanò, finché non si vide più che una macchia scura contro la luce dorata: poi d’un tratto scomparve.
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Non dirò altro per il momento

 «Dove sei stato, Boromir?», domandò Aragorn. «Hai veduto Frodo?».
 Boromir esitò un attimo. «Sì e no», rispose lentamente. «Sì: lo incontrai sulle pendici del colle e gli rivolsi la parola. Lo esortai a venire a Minas Tirith, e a non recarsi ad oriente.
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Sarebbe sleale dirgli addio adesso

 «Grave è stata la perdita», disse Legolas. «Tuttavia dobbiamo assolutamente prendere una decisione senza il suo aiuto. Che ne direste se scegliessimo noi? Potrebbe essere utile a Frodo. Chiamiamolo, e poi procediamo alle votazioni! Io opterei per Minas Tirith».
 «Anch’io», disse Gimli.
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Ogni speranza morì in lui

 Ma di fronte a Minas Tirith si ergeva un’altra fortezza, più imponente e più forte. Lo sguardo dell’Hobbit fu irresistibilmente attratto verso oriente. Passò oltre i ponti in rovina di Osgiliath, oltre i cancelli spalancati di Minas Morgul, oltre le Montagne spettrali; spaziò su Gorgoroth, la valle del terrore nel Paese di Mordor, ove sotto i raggi del Sole tutto era immerso nell’oscurità.
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