Il più vigile di tutti era sempre Mithrandir

Il più vigile di tutti era sempre Mithrandir, e fu egli che più si insospettì per la tenebra di Bosco Atro, perché, sebbene molti la ritenessero opera dei Fantasmi dell’Anello, egli temeva trattarsi invero dell’ombra iniziale di Sauron tornante; e si recò a Dol Guldur, e lo Stregone fuggì davanti a lui, e per lungo tempo si ebbe una vigile pace.
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Bilbo non sarebbe stato mangiato

Tutto sommato si poteva concludere che Bilbo non sarebbe stato mangiato. A quanto pareva, lo stregone e il Signore delle Aquile si conoscevano, per fortuna, ed erano anzi in buoni rapporti. In realtà Gandalf, che si recava spesso sulle montagne, aveva una volta reso un servizio alle aquile sanando un ferita inflitta da una freccia al loro signore.
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ecco apparire gli Istari

Proprio mentre in Bosco Atro si percepivano le prime ombre, ecco apparire, nelle regioni occidentali della Terra di mezzo, gli Istari, che gli Uomini chiamarono Maghi. […] Le genti della Terra di mezzo li chiamavano con molti nomi, poiché essi i loro propri non li rivelavano.
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prigionieri?

 Poco dopo arrivò volando un’altra aquila.
 «Il Signore delle Aquile ti prega di portare i tuoi prigionieri al Gran Ripiano!» gridò, e ripartì di nuovo. L’altra prese Dori tra gli artigli e volò via con lui, nella notte, lasciando Bilbo tutto solo.
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Non è molto saggio offendere un’aquila

 Il volo finì appena in tempo, per lui, proprio un istante prima che le braccia gli cedessero. Lasciò le gambe di Dori con un rantolo e cadde sulla piattaforma sassosa di un nido d’aquila. Lì giacque senza parlare, e i suoi pensieri erano un misto di sorpresa, per l’essere stato salvato dal fuoco, e di paura, paura di cadere nelle tenebre profonde che circondavano quel posto angusto.
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Bilbo era scappato appena in tempo!

Il povero piccolo Bilbo fu quasi lasciato indietro un’altra volta! Fece appena in tempo ad attaccarsi alle gambe di Dori, che fu portato via per ultimo; e insieme si innalzarono sopra il tumulto e l’incendio, Bilbo che ondeggiava in aria con le braccia che quasi gli si spezzavano.
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Forte gridò il Signore delle Aquile

Dagli Orchi si levò un urlo di sorpresa e di rabbia. Forte gridò il Signore delle Aquile, con cui Gandalf aveva appena parlato. I grandi uccelli che erano con lui si precipitarono indietro, e scesero come grosse ombre nere. I lupi ulularono e digrignarono i denti; gli Orchi urlarono e batterono i piedi per la collera, e invano scagliarono in aria le loro lance pesanti.
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Ma non fece mai quel balzo

Allora Gandalf si arrampicò in cima all’albero. Un improvviso splendore si sprigionò come un fulmine dal suo magico bastone, mentre egli si preparava a saltar giù dall’alto, proprio in mezzo alle lance degli Orchi. Questa sarebbe stata la fine per lui, anche se probabilmente ne avrebbe uccisi molti schiantandosi al suolo come una saetta.
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Ya hoy!

Incendia felci, incendia piante!
Fanne una torcia ben sfolgorante
che renda il cuor della notte festante,
Ya hey!
Cuocili e tostali da bravo cuoco
finché le barbe prendano fuoco;
gli occhi son vitrei, la pelle rotta,
la chioma puzza, com’è ridotta!
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