Non dirò altro per il momento

 «Dove sei stato, Boromir?», domandò Aragorn. «Hai veduto Frodo?».
 Boromir esitò un attimo. «Sì e no», rispose lentamente. «Sì: lo incontrai sulle pendici del colle e gli rivolsi la parola. Lo esortai a venire a Minas Tirith, e a non recarsi ad oriente.
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Non lasceremo mai Frodo!

 «È una cosa che non può andare!», gridò Merry. «Non lasceremo mai Frodo! Pipino ed io abbiamo sin da principio seguito Frodo, e non intendiamo rinunciarvi adesso. Prima però non ci rendevamo conto del pericolo; tutto pareva diverso, lontano, nella Contea o a Gran Burrone.
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Sarebbe sleale dirgli addio adesso

 «Grave è stata la perdita», disse Legolas. «Tuttavia dobbiamo assolutamente prendere una decisione senza il suo aiuto. Che ne direste se scegliessimo noi? Potrebbe essere utile a Frodo. Chiamiamolo, e poi procediamo alle votazioni! Io opterei per Minas Tirith».
 «Anch’io», disse Gimli.
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Perché esitava tanto?

 Gli altri rimasero a lungo sulla riva del fiume. Da principio silenziosi, agitandosi irrequieti, ma poi si sedettero in cerchio a parlare. Di tanto in tanto si sforzavano di cambiare argomento, e di chiacchierare del lungo viaggio e delle numerose avventure; interrogando Aragorn sul reame di Gondor, e sulla sua storia passata, chiedendogli informazioni sui resti delle grandi opere ancora visibili in quella strana terra di confine chiamata Emyn Muil: i re di pietra, i seggi di Lhaw e di Hen, la grande Scalinata accanto alle cascate di Rauros.
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