Gandalf fronteggia il Signore dei Nazgul

Pipino corse verso la parte bassa della città. Incontrava uomini che fuggivano l’incendio ed alcuni, vista la sua uniforme, si voltavano gridandogli qualcosa, ma egli non vi faceva caso. Finalmente traversò il Secondo Cancello, oltre il quale avvampavano grandi fuochi fra le mura.
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Una domanda per volta

«Dov’è Gandalf?» chiese Bilbo, andando a mangiare qualcosa a tutta velocità.
«Oh! In giro dà qualche parte!» gli risposero. Ma non ci fu segno di Gandalf per tutto il giorno, fino a sera. Proprio prima del tramonto egli entrò nella sala dove lo Hobbit e i Nani stavano cenando, una volta di più serviti dai favolosi animali di Beorn.…

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Temo che Minas Tirith cadrà

Quasi impercettibile gli sembrò di udire un grido alto nei cieli: debole ma raccapricciante, gelido e crudele. Pipino impallidì e si accasciò contro il muro.
«Che cos’era?», domandò Beregond. «Anche tu hai sentito qualcosa?».
«Sì», balbettò Pipino. «È il segnale della nostra sconfitta, l’ombra del destino, un Crudele Cavaliere dell’aria».…

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Dov’è la colazione?

Era mattina inoltrata quando si svegliò. Uno dei Nani era caduto sopra di lui nel buio in cui giaceva, ed era rotolato con un colpo sordo giù dalla piattaforma, sul pavimento. Era Bofur, e se ne stava lamentando, quando Bilbo aprì gli occhi.…

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Fece una risata tonante

Presto raggiunsero un cortile, tre lati del quale erano formati dalla casa di legno e dalle sue due lunghe ali. Nel mezzo giaceva un grande tronco di quercia, accanto al quale c’erano molti rami tagliati. Lì vicino, ritto in piedi, c’era un omone dalla fitta barba nera, capelli neri, grosse braccia e gambe nude dai muscoli nodosi.…

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È ora di andare a dormire

La testa di Bilbo ricominciò a ciondolare. Improvvisamente Gandalf si alzò.
«È ora di andare a dormire,» disse «noi però, non Beorn, direi. In questa sala possiamo dormire tranquilli e sicuri, ma vi avverto di non dimenticare quello che ha detto Beorn prima di lasciarci: non dovete allontanarvi di qui prima che il sole si sia levato, a vostro rischio e pericolo».…

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Passò sulla Montagna Solitaria e turbinò del drago nella tana

La grande porta aveva cigolato e si era chiusa con fracasso. Beorn se n’era andato. I Nani stavano seduti a gambe incrociate sul pavimento intorno al fuoco, e proprio allora cominciarono a cantare. Alcuni versi erano pressappoco simili a questi, ma ce n’erano molti di più e il loro canto andò avanti a lungo:

Spazzava il vento l’arida brughiera,
ma non di foglie un fremito nel bosco:
notte e giorno la luce mai non v’era,
cose oscure movean per l’aere fosco.

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i ricordi del viaggio gli tornavano alla mente

Frodo si sdraiò di nuovo. Si sentiva troppo calmo ed a proprio agio per discutere, e poi non pensava di poter mai uscire vittorioso da una discussione. Era del tutto sveglio ora, e i ricordi del viaggio gli tornavano alla mente: la disastrosa «scorciatoia» attraverso la Vecchia Foresta; «l’incidente» al Puledro Impennato; e la follia di mettersi al dito l’anello nella conca a Colle Vento.…

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