Vi dirò che cosa udì Gandalf, anche se Bilbo non lo capì. I Mannari e gli Orchi si aiutavano spesso a vicenda nelle loro azioni malvagie. Di solito gli Orchi non si avventurano molto lontano dalle loro montagne, a meno che non ne vengano snidati e cerchino nuove case, o vadano in guerra (cosa che, sono lieto di dire, non si è verificata per molto tempo).
Ma nemmeno i Mannari Selvaggi (infatti così erano chiamati i lupi malvagi sul Confine delle Terre Selvagge) possono salire sugli alberi. Per un po’ furono in salvo. Stare seduti a lungo sugli alberi non è mai molto comodo; ma al freddo e al vento, con tutt’intorno innumerevoli lupi che aspettano sotto di voi, può essere una sistemazione propriamente orribile.
Una grossa caffettiera era stata appena posata a terra, i pan di spagna erano spariti, e i Nani cominciavano un giro di brioche imburrate, quando si sentì bussare forte. Non uno squillo, ma un duro bum-bum sulla porta verde dello Hobbit.
«Sugli alberi, presto!» gridò Gandalf; e corsero verso gli alberi sul limitare della radura, puntando a quelli che avevano rami abbastanza bassi, o che erano abbastanza slanciati per arrampicarvicisi sopra. Li trovarono il più in fretta possibile, come potete ben immaginare; e salirono quanto più in alto glielo consentiva la robustezza dei rami.
Vicino alla caverna del signor Baggins, al suo paese, non viveva nessun lupo, ma egli conosceva quel rumore. Gli era stato descritto abbastanza spesso in vari racconti. Anzi, uno dei suoi cugini più anziani (del lato Tuc), che era stato un grande viaggiatore, era solito rifare quel verso per spaventarlo.
«Fui io a convocare per la prima volta il Bianco Consiglio. Se i miei progetti non fossero stati frustrati, a capo di esso avrei posto Gandalf il Grigio, ed allora forse le cose sarebbero andate altrimenti. Ma vi è tuttora qualche speranza.
«Dobbiamo andare ancora avanti?» chiese Bilbo, quando fu così buio che poteva vedere solo la barba di Thorin ondeggiare accanto a lui, e la quiete era tale che perfino il respiro dei Nani gli pareva un forte rumore. «Ho i piedi storpiati e indolenziti, male alle gambe, e lo stomaco che mi balla come un sacco vuoto».
Furono gli alberi sul fondo che li salvarono. Essi slittarono oltre il margine di un bosco di pini cresciuti sulle pendici della montagna, risalendo dalle foreste più scure delle valli sottostanti. Alcuni si afferrarono ai tronchi e con un volteggio saltarono sui rami più bassi, altri (come il piccolo Hobbit) si misero dietro un albero per ripararsi dall’assalto furioso delle pietre.
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