Frodo sedette sull’antica sedia

 Presto si trovò in piedi, solo, sulla vetta di Amon Hen, e rimase un attimo fermo, respirando affannosamente. Vide come in una nebbia un’ampia piattaforma circolare selciata con grosse pietre, e circondata da un parapetto merlato; al centro, su quattro colonne scolpite, si ergeva un alto seggio a cui si accedeva tramite una scala dai molti gradini.
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 Non si udì alcuna risposta

 Non si udì alcuna risposta. Le sue grida non erano nemmeno giunte alle orecchie di Frodo, che era già lontano, e correva ciecamente su per il sentiero, portando con sé il ricordo del viso folle e selvaggio di Boromir, e dei suoi occhi infocati.
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È pronto il nostro pranzo?

 Una porta si aprì e Tom Bombadil entrò. Non portava più il cappello, e foglie autunnali incoronavano la sua folta capigliatura castana. Rise, e avvicinatosi a Baccador le prese una mano. «Ecco la mia bella dama!», disse, inchinandosi davanti a lei.
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Cosa ho fatto?

 «Sciagurato imbroglione!», urlò. «Lascia che ti metta le mani addosso! Ora capisco le tue intenzioni. Vuoi portare l’Anello a Sauron, e vendere tutti noi. Aspettavi solo il momento giusto per piantarci in asso. Che tu e tutti i Mezzuomini siate dannati alla morte ed all’oscurità!».
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Tom Bombadil è Signore

 «Graziosa dama!», disse dopo qualche attimo Frodo. «Perdona, se la mia domanda ti sembrerà stolta, ma potresti dirmi chi è Tom Bombadil?».
«È lui», rispose Baccador, interrompendo i suoi agili movimenti per sorridergli. Frodo la guardò perplesso. «È lui, come avete visto», ella disse in risposta al suo sguardo, «è lui il Messere di bosco, acqua e collina».
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Puoi far ricadere la colpa sulle mie spalle

 Frodo non rispose, ma si allontanò tanto da mettere fra sé e Boromir la grande pietra piatta.
 «Suvvia, suvvia, amico!», disse con tono più dolce l’Uomo di Minas Tirith. «Perché non sbarazzartene? Perché non liberarti dal dubbio e dalla paura? Puoi far ricadere la colpa sulle mie spalle, se vuoi; dire, per esempio, che essendo molto più forte me ne sono impadronito con la violenza.
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È tuo solo per un malaugurato caso

 «No! No!», gridò Frodo. «Il Consiglio ha dato a me l’incarico di portarlo».
 «È per colpa della tua follia che il Nemico ci sconfiggerà», urlò Boromir. «Che rabbia mi fai! Idiota! Idiota e testardo! Corri caparbiamente a buttarti nelle braccia della morte, e rovini la nostra causa.
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Esile più di un salice!

 Gli Hobbit la guardavano estasiati e lei li guardò uno per uno e sorrise. «Dolce dama Baccador!», osò infine dire Frodo, sentendosi profondamente turbato e commosso da una gioia inspiegabile. Aveva provato a volte una sensazione simile, incantato dalla dolce voce degli Elfi; tuttavia questo sortilegio era diverso: un piacere meno nobile e meno intenso, ma più profondo e umano penetrava fino in fondo al cuore, meraviglioso eppure non misterioso.
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