notte di Ferragosto

 «Le lettere lunari sono rune, ma non le si può vedere,» disse Elrond «non quando le si guarda direttamente. Si può vederle soltanto quando la luna brilla dietro di esse, ma ciò che conta di più, anzi il punto fondamentale, è che la luna deve trovarsi nella stessa fase e nella stessa stagione di quando le lettere furono scritte.
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lettere lunari

 La prese e la fissò a lungo, e scosse la testa; poiché se non approvava interamente i Nani e il loro amore per l’oro, odiava i draghi e la loro crudele malvagità, e lo rattristava ricordare la rovina della città di Dale e le sue allegre campane, e le rive bruciate del luminoso Fiume Fluente.
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ci sono ancora tesori d’altri tempi

 «Chissà da dove se le erano procurate gli Uomini Neri…» disse Thorin, guardando la sua spada con un nuovo interesse.
 «Non saprei,» disse Elrond «ma si può immaginare che i vostri Uomini Neri avessero depredato altri predoni, o che avessero messo le mani sui resti di antiche ruberie in qualche rifugio sulle montagne.
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Orcrist e Glamdring

 Così si arrivò a Ferragosto, ed essi dovevano rimettersi in cammino proprio la mattina di Ferragosto, al sorger del sole.
 Elrond sapeva tutto su qualsiasi tipo di runa. Quel giorno guardò le spade che essi avevano portato via dal covo degli Uomini Neri e disse: «Questa non è fattura di Uomini Neri.
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In quella valle il male non era mai penetrato

 Il padrone di casa era un amico degli Elfi, una di quelle persone i cui padri compaiono nelle strane storie anteriori all’inizio della Storia, nelle guerre tra gli Orchi malefici, gli Elfi e i primi Uomini del Nord. Nei giorni in cui si svolge la nostra storia c’erano ancora delle persone che avevano per antenati sia gli Elfi sia gli Eroi del Nord, e Elrond, il padrone di casa, era il loro capo*.
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Benvenuti nella valle!

«Bene, bene!» disse una voce. «Guarda un po’! Bilbo lo Hobbit a cavallo di un pony, nientemeno! Che spettacolo!».
«Davvero sorprendente, meraviglioso!».
 Poi si imbarcarono in un’altra canzone ridicola quanto quella che ho riportata per intero. Alla fine uno, un giovane alto, venne fuori dagli alberi e si inchinò di fronte a Gandalf e a Thorin.
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Sento odore di Elfi!

«Mmmm! Sento odore di Elfi!» pensò Bilbo, e guardò le stelle sopra di lui. Brillavano vivide e azzurre. Proprio allora esplose tra gli alberi una canzone simile a una risata.
Cosa fate, dove andate?
Questi pony, via, ferrate!
Scende il fiume con cascate!
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Racconti di Tolkien