«Non mi pare che il bosco sembri malvagio, nonostante ciò che dicono le storie», ribatté Legolas. In piedi sotto le fronde della foresta, leggermente curvo in avanti come in ascolto, fissava le ombre con grandi occhi spalancati. «No, non è malvagio; o comunque, ciò che vi è di malvagio si trova molto lontano. A me giungono solo echi assai deboli dai luoghi oscuri, ove i cuori degli alberi sono neri. Non vi è malizia intorno a noi; sento però vigilanza e collera».

«Ebbene, non ha alcun motivo la foresta di essere in collera con me», disse Gimli. «Non le ho mai fatto del male».

«Meglio così», disse Legolas. «Tuttavia sento che è stata danneggiata, e che qualcosa accade o sta per accadere più all’interno. Non vi accorgete della tensione? Mi mozza il fiato».

«Mi accorgo che l’aria è soffocante», rispose il Nano. «Questo legno è più leggero di quello del Bosco Atro, ma è ammuffito e decrepito».

«E’ vecchio, molto vecchio», disse l’Elfo. «Così vecchio che mi par quasi di tornare giovane, una sensazione che non ho mai più provata dopo essermi messo in viaggio con dei bambini come voi. E’ un bosco vecchio e impregnato di ricordi. Sarei stato felice qui, se fossi giunto in tempo di pace».

«Più che probabile», replicò Gimli. «Tu sei un Elfo dei Boschi, e comunque tutte le varietà di Elfi sono gente strana. Eppure mi dai un certo conforto. Dove vai tu, andrò anch’io. »

«Ogni Elfo delle Terre Selvagge ha inneggiato agli antichi Onodrim e alla loro lunga pena. Eppure anche per noi essi non sono che un ricordo. Se ne dovessi incontrare uno ancora in giro per il mondo, allora mi sentirei davvero ritornare giovane! »

 

Art by Alystraea

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