LINGUE TOLKIENIANE / Stagione 2, Speciale Númenor (parte 3)
Corpus MQuenya: il Canto di Fíriel – altro Quenya ne La Strada Perduta
Cari amici, ben ritrovati alla rubrica sulle Lingue Tolkieniane.
Proseguiamo direttamente da dove ci eravamo lasciati nello scorso appuntamento: dopo aver offerto una panoramica dei due romanzi incompiuti sui viaggi nel tempo, presentiamo oggi il resto del corpus Quenya contenuto ne La Strada Perduta, e in particolar modo nei “Capitoli Númenóreani”.
L’elemento più notevole di questa sezione è indubbiamente il cosiddetto Canto di Fíriel, ovvero l’inno intonato dalla fanciulla númenóreana Fíriel, figlia di Orontor, alla fine del capitolo III de La Strada Perduta. Vi sono poi un paio di altre frasi scambi tra Elendil e suo figlio Herendil, e alcune espressioni sparse che compaiono nel corso del dialogo tra questi due personaggi. Ma andiamo con ordine:
I. Canto di Fíriel
(Versione completa, dal manoscritto de La Strada Perduta, note al capitolo III)
Ilu Ilúvatar en karẹ eldain a fírimoin
ar antaróta mannar Valion: númessier.
Toi aina, mána, meldielto – enga morion:
talantie. Melko Mardello lende: márie.
En kárielto eldain Isil, hildin Úr-anar.
Toi írimar. Ilyain antalto annar lestanen
Ilúvatáren. Ilu vanya, fanya, eari,
i-mar, ar ilqa ímen. Írima ye Númenor.
Nan úye sére indo-ninya símen, ullume;
ten sí te tyelma, yéva tyel ar i-narqelion,
írẹ ilqa yéva nótina, hostainiéva, yallume:
ananta úva táre fárea, ufárea!
Man táre antáva nin Ilúvatar, Ilúvatar
enyárẹ tar i tyel, írẹ Anarinya qeluva?
The Father made the World for Elves and Mortals and he gave it into the hands of the Lords. They are in the West. They are holy, blessed, and beloved – save the dark one. He is fallen. Alkar has gone from Earth: it is good. For Elves they made the Moon, but for Men the red Sun; which are beautiful. To all they gave in measure the gifts of Ilúvatar. The World is fair, the sky, the seas, the earth, and all that is in them. Lovely is Númenor. But my heart resteth not here for ever, for here is ending, and there will be an end and the Fading, when all is counted, and all numbered at last, but yet it will not be enough, not enough. What will the Father, O Father, give me in that day beyond the end when my Sun faileth?
Il Padre creò il Mondo per gli Elfi e i Mortali, e lo consegnò nelle mani dei Signori. Essi dimorano in Occidente. Essi sono santi, benedetti e beneamati: eccetto l’oscuro. Egli è caduto. Melko se n’è andato dalla Terra: bene ciò arrechi. Per gli Elfi essi hanno fatto la Luna, mentre per gli Uomini il rosso Sole, ed essi sono belli. A tutti essi hanno elargito in misura i doni di Ilúvatar. Belli sono il Mondo, il cielo, i mari, la terra e tutto ciò che contengono. Dolce è Númenor. Eppure il mio cuore non riposa qui per sempre; perché essa ha un termine, e giungeranno la fine e lo sbiadire, quando tutto sarà contato, e tutto numerato infine, eppure non sarà abbastanza, non lo sarà. Che cosa mi darà il Padre, o Padre, in quel giorno oltre la fine, quando il mio Sole verrà meno?
Per un’analisi parola per parola vedi Ardalambion: https://ardalambion.net/firiel.htm
Versione italiana (by Gianluca Comastri): http://ardalambion.immaginario.net/ardalambion/firiel.htm
Varianti del Canto di Fíriel:
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Modifiche al v.4:
Mardello Melko > Melko Mardello > Alkar Mardello
NB: Alkar (significato letterale “il Radioso”) è un nome per Melkor che non compare altrove. Nonostante sia correzione di Melko sul manoscritto, leggo comunque Melko nel testo riportato sopra.
-
Versione dei vv. 5-6 prima delle modifiche al manoscritto:
Eldain en kárier Isil, nan hildin Úr-anar.
Toi írimar. Ilqainen antar annar lestanen
In questa versione precedente si possono ancora rintracciare segnali di una fase concettuale precedente del Medio-Quenya.

Questo testo è il più lungo (quasi 90 parole) che sia attestato in Medio Quenya. Si avvicina parecchio alla struttura e allo stile del Quenya così come andrà configurandosi durante la stesura del Signore degli Anelli, sebbene ancora permangano alcune differenze, per esempio nella coniugazione dei verbi o nei suffissi pronominali. Ad esempio il passato del verbo di base kar- (car– nell’ortografia più tarda) “fare” è qui formato con l’allungamento della vocale del tema e la desinenza -e, káre, laddove nel Quenya più tardo si formerebbe con la desinenza -ne (formazione del passato forte per i verbi di base), ovvero carnë.
Altro esempio sono le forme Medio-Quenya dei suffissi pronominali con funzioni di soggetto e di complemento oggetto: ne abbiamo un esempio nella forma anta-ró-ta, presente storico per “Egli lo consegnò” (lett. “egli lo consegna”), in cui ró rappresenta il pronome-soggetto “egli”, mentre ta è il compl. oggetto “esso”. Queste particelle sarebbero state sostituite rispettivamente, nel Quenya LotR-consistent, da se e da s. Dunque questo verbo si potrebbe rendere in Quenya maturo con antanéses. Si potrebbero fare molti altri esempi.
Dal punto di vista logico e sintattico è un testo relativamente semplice, gli unici “guizzi” sono alcune concordanze a senso, come ad esempio toi aina, mána, meldielto, in cui solo l’ultimo verbo stativo (meldielto = “essi sono beneamati”) è coniugato alla 3ª persona plurale (suffisso pronominale -lto, che sarà in seguito sostituito da -lte o -nte), e regge la concordanza degli altri due aggettivi (aina e mána = “santi” e “benedetti”). Altre piccole differenze tra questo “Medio Quenya in stato avanzato” e il Quenya maturo sono la negazione (ú > lá), la copula (ye > ná), la formazione di alcuni tempi verbali (futuro: allungamento della vocale tematica + -va > -uva) e alcune radici di sostantivi che si sono modificate dando luogo a forme diverse nella declinazione (ad esempio Vali-on > Vala-r-on, genitivo plurale di Vala = “dei Valar”).
Helge Fauskanger, nel link di Ardalambion riportato sopra, si è cimentato nel provare a ricostruire una versione di questo canto aggiornata a ciò che sappiamo del Quenya di concezione più tarda. Eccola, per chi fosse curioso:
Ilu Ilúvatar carnë Eldain ar Fírimain
ar antanéses mánnar Valaron: ëaltë Númessë.
Naltë ainë, mánë ar meldë – hequa morion:
alanties. Melkor Mardello lendë: nás mára.
Carneltë Eldain Isil, Hildoin Úr-anar,
yar nar írimë. Ilyain antaneltë lestanen i annar
Ilúvataro. Ilu ná vanya, fanya, ëari,
i cemen, ar ilya ya ëa taissë. Írima ná Númenor.
Nan lá ëa sére indonyan sinomë tennoio,
an sinomë ëa tyelma, ar euva metta ar i narquelië,
írë ilya nauva nótina, ar ilya hostaina, i mettassë:
ananta úva tárë fárëa, úfárëa!
Mana tárë antuva nin Ilúvatar, Ilúvatar
enyárë i metta pella, írë Anarinya queluva?
***
Ed ecco invece il resto del corpus:
II. Parole sparse in Quenya all’interno dei “capitoli Númenóreani” (III-IV):
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lavaralda = lett. “albero dalla fioritura dorata” (lávar “bocciolo dorato” + alda “albero”). Specie arborea importata in Númenor dagli Elfi di Tol Eressëa.
Lo spirito di quella terra benedetta e del suo popolo ameno perdurava negli alberi cresciuti dai semi: il lato inferiore delle loro lunghe foglie verdi era dorato, e quando la brezza dell’acqua le agitava, sussurravano col suono di molte voci soavi, e scintillavano come raggi di sole su onde increspate. I fiori erano pallidi, d’un giallo sfumato, e spiccavano fitti sui rami come neve illuminata dal sole; e il loro profumo riempiva tutto il giardino inferiore, tenue ma chiaro.
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Terendul = lett. “Esile-Scuro”. Nomignolo dispregiativo e derisorio affibbiato a Herendil dai suoi coetanei.
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Nuaran Númen[ór]en = “Signore dell’Ovest”
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lómelindë = “usignolo”, lett. “cantore del crepuscolo” (lómë “notte” + lindë “canto”). Una delle parole “arrivate” in sogno ad Alboin nel presente, e che ricompaiono nell’episodio númenóreano, nella scena del Canto di Fíriel.
- “E man antaváro?” = “Che cosa mi darà?” Elendil se lo chiede alla fine del canto della fanciulla, riprendendo l’ultima frase della poesia (Man táre antáva nin Ilúvatar […]?)
- hon-maren = “cuore della casa” (hón “cuore (in senso fisico)” = “centro” + caso genitivo di már “casa”)
III. Elementi Quenya all’interno del dialogo tra Elendil e Herendil (cap. III):
Man-ie, atto?
What is it, father?
Cosa c’è, padre?

Atarinya tye-meláne.
My father, I love thee.
Padre mio, ti amo.
A yonya inye tye-méla.
And I too, my son, I love thee.
E anch’io ti amo, figlio mio.
Non aggiungo alcuna ulteriore analisi linguistica a queste frasi, ma solo una considerazione, a chiusura di questo “trittico” dedicato al corpus Medio Quenya legato alla leggenda di Númenor. In questa fase del Legendarium (anni ’30) questo episodio mitico comincia a prendere forma, emergendo dal magma di storie ancora vaghe che avrebbero dovuto costituire una prosecuzione della storia successiva alla Guerra dell’Ira e alla sconfitta di Melko – ovvero quel periodo che in seguito sarebbe divenuto noto come Seconda Era. Come abbiamo potuto osservare, La Strada Perduta è un’opera estremamente suggestiva quanto a tematiche, stile narrativo, struttura. In effetti, se mai fosse stata portata a termine da Tolkien, avrebbe costituito una gradita anomalia, e avrebbe ricoperto un ruolo specialissimo nell’economia del Legendarium. Ciò che dovrebbe entusiasmarci ancora di più è la quantità di sperimentazione linguistica che si ritrova in queste pagine, pur essendo queste poco più che bozze di un romanzo incompiuto, partito da una mera scommessa. Inoltre, il valore narrativo di questi scambi in Quenya è enorme: ci troviamo infatti nella Númenor totalitaria, prona al terrore di Sauron/Zigûr e alle persecuzioni dei Fedeli degli Elfi (“Sauron è potente, e ha orecchie dappertutto”, afferma Herendil ad un certo punto); dunque il Quenya è praticamente una lingua messa al bando. Eppure, rappresenta ancora un legame tra questo padre e questo figlio, la cui relazione è sul punto di rarefarsi e incrinarsi. La lingua diventa veicolo di ribellione, di lotta per la libertà, di legame con le proprie radici, di rifiuto della sopraffazione del Male. E dunque assume un connotato simbolico ed etico profondamente embricato nella storia. Ebbene, Tolkien è anche questo.
Bibliografia:
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The Lost Road and Other Writings (HoME V – 1987)
Sitografia:
- https://glaemscrafu.jrrvf.com/english/firiel.html
- https://glaemscrafu.jrrvf.com/english/elendiletherendil.html
- https://eldamo.org/content/words/word-1772073717.html
- https://eldamo.org/content/words/word-1759965291.html
- https://eldamo.org/content/words/word-773965455.html
- https://eldamo.org/content/words/word-2793545755.html
- https://eldamo.org/content/words/word-3817622969.html
- https://eldamo.org/content/words/word-2073102107.html
- https://ardalambion.net/firiel.htm
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Dal nostro sito si può consultare l’intera raccolta di post dedicati alle Lingue Tolkieniane:
https://www.raccontiditolkien.it/category/analisi/lingue-tolkien/
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-Rúmil