Stella del Vespro

nelle Terre Selvagge

“Ma i Cavalieri neri vedono?” chiese Merry
I cavalli neri vedono, – rispose Grampasso – ed i Cavalieri possono servirsi degli Uomini o di altri esseri come spie: e ne abbiamo avuto la prova a Brea. Essi non vedono il mondo di luce come noi, ma le nostre forme proiettano ombre nelle loro menti, che soltanto il sole di mezzogiorno può distruggere; e nell’oscurità percepiscono molti segni e molte figure che per noi sono invisibili: è allora che bisogna temerli maggiormente.
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La congiura svelata

«Ebbene», disse infine Frodo, sollevando il busto e raddrizzando la schiena come se avesse preso una decisione. «Non posso tenere il segreto più a lungo. Ho qualcosa da dire a tutti voi, ma non so proprio da dove incominciare».
«Credo di poterti essere di aiuto», disse Merry dolcemente, «avviando io il discorso».
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Gli Hobbit incontrano gli Elfi

«Silenzio!», disse Frodo. «Mi sembra di sentire di nuovo rumore di zoccoli».
Si fermarono d’un tratto e rizzarono le orecchie, fermi e silenziosi come ombre d’alberi. Un po’ più indietro sul sentiero risuonò un rumore di zoccoli, chiaro e distinto, trasportato dal vento.
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La sconfitta di Morgoth

L’intero potere del Trono di Morgoth fu gettato nella mischia, ed esso era divenuto talmente grande da essere incommensurabile, al punto che l’Anfauglith non bastava a contenerlo; e il Nord era tutto un incendio guerresco.
Ma a nulla gli valse. I Balrog furono annientati, salvo quei pochi tra loro che fuggirono e andarono a nascondersi in grotte inaccessibili alle radici della terra; e le brulicanti legioni degli Orchi si consumarono come stoppia in un grande incendio, quando non furono spazzate via come foglie morte da un vento ardente.
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La Grande Battaglia: la Guerra d’Ira

Si dice che Morgoth non s’aspettasse l’assalto che gli fu sferrato da Ovest; tanto infatti era il suo orgoglio, da indurlo a ritenere che nessuno mai più avrebbe osato muovergli apertamente guerra. Inoltre, pensava di aver per sempre estraniato i Noldor dai Signori dell’Ovest e che, contenti nella loro beata contrada, i Valar più non si sarebbero curati del suo reame nel mondo esterno, e ciò perché, agli occhi di chi ignori la pietà, gli atti pietosi sono sempre insoliti e inaspettati.
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Eärendil giunge a Valinor

Eärendil salì la verde collina di Tùna e la trovò deserta; entrò per le strade di Tirion, ed erano vuote; e si sentì il cuore pesante, perché temeva che qualche calamità fosse piombata sul Reame Beato. Procedette per le vie inanimate di Tirion, e la polvere sui suoi abiti e i suoi calzari era polvere di diamante, che scintillava e barbagliava mentre si inerpicava per le lunghe, candide scale.
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Il povero signor Cactaceo

«Dunque, dov’ero arrivato?», disse l’oste, interrompendosi e facendo schioccare le dita. «Ah sì! Il vecchio Gandalf. Tre mesi fa entra nella mia camera senza nemmeno bussare. Omorzo, dice, io parto domattina. Mi puoi fare un grande favore? Di’ soltanto che cosa, e sarà fatto, rispondo io.
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Frodo incontra Grampasso

D’un tratto Frodo notò un individuo dall’aria strana, segnato dalle intemperie, che sedeva in ombra vicino al muro ascoltando attentamente la loro conversazione. Aveva un grosso boccale di metallo davanti a sé e fumava una pipa dal lungo cannello intagliato stranamente.
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Non possiamo più uscire, arrivano

Vicino al coperchio frantumato di uno dei forzieri giacevano i resti di un libro.
Gandalf lo sollevò con cura; tuttavia i fogli crepitarono sbriciolandosi quando lo posò sulla lastra. Rimase a lungo a studiarci sopra, senza dir nulla. Frodo e Gimli in piedi al suo fianco videro, mentre egli voltava cautamente le pagine, che erano scritte da molte calligrafie diverse, in rune sia di Moria che della Valle, e talvolta in caratteri elfici.
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