Stella del Vespro

l’eco della Musica degli Ainur

… ma grande fu l’inquietudine prodotta in loro dal fragore del mare. E osservarono i venti e l’aria, e le di cui Arda era fatta, ferro e pietra, argento e oro e molte altre sostanze; ma di tutte, l’acqua fu quella che massimamente apprezzarono.
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Eä! Che queste cose siano

«Conosco il desiderio delle vostre menti, che ciò che avete visto sia in effetti e non solo nel vostro pensiero, ma proprio come voi siete, e tuttavia diverso. Perciò io dico: Eä! Che queste cose siano!
E io invierò nel Vuoto la Fiamma Imperitura, ed essa sarà nel cuore del Mondo, e il Mondo sarà; e quelli tra voi che lo vogliono, possono andarvi».
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Gandalf arriva nella Contea

[…]un vecchio con un aguzzo cappello blu un largo mantello grigio ed una sciarpa color argento. Aveva una folta barba e sopracciglia cespugliose che spuntavano oltre le falde del cappello. […] il vecchio era Gandalf in persona, lo Stregone la cui fama nella Contea era dovuta in primo luogo alla sua abilità nel maneggiare fuochi, fumi e luci.
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La musica degli Ainur prende forma

Ilùvatar si levò in splendore e se ne andò dalle belle regioni che aveva creato per gli Ainur; e gli Ainur lo seguirono.
Ma giunti che furono nel Vuoto, così Ilùvatar parlò: «Guardate la vostra Musica!». Ed egli mostrò loro una visione, conferendo agli Ainur vista là dove prima era solo udito; ed essi scorsero un nuovo Mondo reso visibile al loro cospetto, e il Mondo era sferico in mezzo al Vuoto, e in esso sospeso, ma non ne era parte.
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Il primo incontro di Beren e Lùthien

Si narra, nel Lai di Leithian, che Beren entrò in Doriath incespicando, reso grigio e curvo come da molti anni di dolore, tali e tanti erano stati i tormenti della via.
Ma, aggirandosi d’estate tra i boschi di Neldoreth, si imbattè in Lùthien, figlia di Thingol e Melian, ed era di sera, nel momento in cui la luna saliva in cielo, e Lùthien danzava sull’erba sempre verde nelle radure lungo le rive dell’Esgalduin.
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Melkor, vanità e brama di potere

E tu, Melkor, t’avvederai che nessun tema può essere eseguito, che non abbia la sua più remota fonte in me, e che nessuno può alterare la musica a mio dispetto. Poiché colui che vi si provi non farà che comprovare di essere mio strumento nell’immaginare cose più meravigliose di quante egli abbia potuto immaginare».[…]
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