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SÔVAL PHÂRË – (La“Lingua Comune”) ~ Rubrica sulla Traduzione in Tolkien - EPISODIO 15: Dalla traduzione alle traduzioni (Parte 1)

Cari amici, ben ritrovati al consueto appuntamento con Sôval Phârë, la rubrica dedicata alla traduzione nell’opera letteraria tolkieniana.

Con il post di oggi inizia una nuova fase di questa rubrica: dopo aver ripercorso (episodi 7-14), attraverso le lettere di Tolkien, la sua visione sui temi della traduzione, dell’adattamento, della coniazione dei nomi, ci accingiamo oggi a introdurre un nuovo macro-argomento correlato: le traduzioni delle opere del Professore per le edizioni straniere.

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SÔVAL PHÂRË – (La“Lingua Comune”) ~ Rubrica sulla Traduzione in Tolkien - EPISODIO 14: la Lettera 297 e la coniazione dei nomi (Parte 4)

Cari amici, ben ritrovati al consueto appuntamento con Sôval Phârë, la rubrica dedicata alla traduzione nell’opera letteraria tolkieniana.

Ci avviamo alla conclusione della Lettera 297 e del suo commentario, fino all’ultimo prolifico di spunti sul tema della traduzione dei nomi, nonché della loro genesi e invenzione.

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DA A SECRET VICE (1931) – [3]

[…] mi sono dedicato a un argomento bizzarro come questo perché mi è parso d’intuirvi l’urgenza di varie questioni interessanti non solo per gli studiosi delle lingue, ma anche per chi vuole puntare l’attenzione sulla mitologia, la poesia o l’arte. Come primo spunto, mi permetterei di azzardare l’idea che per la costruzione di una lingua artistica veramente perfetta sia necessario elaborare, quantomeno a grandi linee, una mitologia a essa concomitante.…

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SÔVAL PHÂRË – (La“Lingua Comune”) ~ Rubrica sulla Traduzione in Tolkien - EPISODIO 13: la Lettera 297 e la coniazione dei nomi (Parte 3)

Cari amici, ben ritrovati al consueto appuntamento con Sôval Phârë, la rubrica dedicata alla traduzione nell’opera letteraria tolkieniana.

Stiamo attualmente approfondendo il processo di invenzione dei nomi da parte di Tolkien, attività che egli stesso definisce “frutto di notevoli riflessioni e fatiche” e che, ricordiamolo, è parte integrante del cuore del suo Legendarium, in quanto il nome per la poetica tolkieniana è latore di una storia, di un vissuto, e in fin dei conti di una verità profonda sul suo referente.

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SÔVAL PHÂRË – (La“Lingua Comune”) ~ Rubrica sulla Traduzione in Tolkien - EPISODIO 12: la Lettera 297 e la coniazione dei nomi (Parte 2)

Cari amici, ben ritrovati al consueto appuntamento con Sôval Phârë, la rubrica dedicata alla traduzione nell’opera letteraria tolkieniana.

Nello scorso appuntamento abbiamo iniziato a commentare l’interessante e densissima Lettera 297, osservando come Tolkien in questi appunti (dato che alla fine l’abbozzo di lettera non fu mai spedito!)

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SÔVAL PHÂRË – (La“Lingua Comune”) ~ Rubrica sulla Traduzione in Tolkien - EPISODIO 11: la Lettera 297 e la coniazione dei nomi (Parte 1)

Cari amici, ben ritrovati al consueto appuntamento con Sôval Phârë, la rubrica dedicata alla traduzione nell’opera letteraria tolkieniana.

Quest’oggi vorrei portare alla vostra attenzione una lettera, indirizzata a un certo Mr. Rang, molto più tarda di quelle analizzate negli scorsi appuntamenti, in quanto risale all’agosto 1967, e che riguarda il macro-tema della nomenclatura.

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SÔVAL PHÂRË – (La“Lingua Comune”) ~ Rubrica sulla Traduzione in Tolkien - EPISODIO 10: “Approximate equivalents” (parte 4)

Cari amici, ben ritrovati al consueto appuntamento con Sôval Phârë, la rubrica dedicata alla traduzione nell’opera letteraria tolkieniana.

Nello scorso appuntamento abbiamo menzionato, in mezzo agli altri argomenti, l’antipatia di Tolkien per il mondo “leggiadro e minuscolo” delle “fate” e degli “elfi” così come queste creature del folklore erano state interpretate dalla cultura inglese a partire dal XVI secolo.

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LINGUE TOLKIENIANE / Stagione 2, Ep. 3 - Naffarin

Cari amici, ben ritrovati alla rubrica sulle Lingue Tolkieniane.

Negli scorsi episodi abbiamo introdotto le riflessioni che Tolkien compie nel saggio-conferenza A Secret Vice sulle “lingue artificiali / artistiche”, traendo spunto dalle prime forme (a suo dire ancora grezze) di lingue fittizie che gli era capitato di incontrare (o di coniare egli stesso) negli anni della sua giovinezza.

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DA A SECRET VICE (1931) – [2]

L’istinto all’«invenzione linguistica», l’adeguare concetto a simbolo fonetico, e soprattutto il piacere insito nel contemplare il nuovo rapporto che si viene a creare sono del tutto razionali, non perversioni. Nei linguaggi inventati come questo [il Nevbosh], il piacere è più spiccato di quanto possa mai esserci addirittura nell’imparare una lingua nuova, per quanto forte sia per alcuni, e questo perché più spontaneo e personale, più aperto alla possibilità del miglioramento per tentativi.

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SÔVAL PHÂRË – (La“Lingua Comune”) ~ Rubrica sulla Traduzione in Tolkien - EPISODIO 9: “Approximate equivalents” (parte 3)

Cari amici, ben ritrovati al consueto appuntamento con Sôval Phârë, la rubrica dedicata alla traduzione nell’opera letteraria tolkieniana.

Continuiamo con l’analisi di alcuni passi dalle Lettere, nello specifico leggeremo:

  1. nuovamente una lettera a Hugh Brogan, sempre del periodo appena precedente alla pubblicazione del SdA;

  2. un breve stralcio da una lettera del medesimo periodo, in cui si parla diffusamente della missione di Gandalf e si cita incidentalmente la traduzione di Istari.

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